E ora testa alla Juve: «Non sempre vincono i più forti»
Lee la nota lieta
6 Silvestri Sotto assedio (10 i tiri del Milan), pronto di riflessi sulla deviazione di Heurtaux.
5,5 Bearzotti Nella ripresa mostra un po’ di coraggio e si butta più avanti.
5 Caracciolo Molte difficoltà a chiudere e a coordinare la difesa. 4,5 Heurtaux Una deviazione ininfluente, un’altra che quasi si trasforma in gol, nessuna opposizione su Cutrone.
4,5 Fares Suso non lo vede mai. 5,5 Romulo All’andata aveva fatto malissimo al Milan. Ieri però si capisce subito che è tutta un’altra musica. Si toglie lo sfizio di colpire la traversa su punizione.
5 Danzi Giovane di belle speranze e di buona tecnica, ma in difficoltà fisica e sempre sovrastato.
5 Calvano Un passato nelle giovanili del Milan, corsa e impegno però non bastano.
5 Cerci Qualche accelerazione nel primo tempo e qualche conclusione poco pericolosa nel finale.
5,5 Petkovic Punto di riferimento davanti, il meno peggio tra gli attaccanti.
5 Matos Si vede poco in avanti, torna a coprire. Spostato punta centrale, mette il fisico nei contrasti e poco altro.
5,5 Zuculini Un po’ di verve in più la mette, anche facendo spesso fallo. 6,5 Lee Un gran gol, di sinistro, sotto il sette, è l’unica nota lieta del pomeriggio del Verona.
5 Pecchia Si sono viste opposizioni maggiori, squadra in disarmo e con la testa già in B.
Con un orecchio teso all’esito della sfida all’olimpico fra Atalanta e Lazio, il Milan non senza qualche apprensione si prepara alla finalissima di Coppa Italia. «Al 70’ si è spenta la luce e abbiamo fatto di tutto per consentire al Verona di segnare» sbuffa Gattuso, seccato ma non troppo perché un minuto dopo il fischio di Pasqua era già concentratissimo sulla gara di mercoledì. «La Juve è favorita, ma giochiamo una finale e nelle gare secche non sempre chi è più forte vince» dice confortato dall’esperienza l’allenatore milanista. «Da sette anni i bianconeri sono protagonisti in Italia e in Europa e vincere aiuta
a vincere. Non ci dobbiamo dimenticare che 70 minuti di calcio incredibile a Torino non sono bastati: ci siamo presi tre pappine e siamo tornati a casa. Serviranno spensieratezza e massima concentrazione. Ricordiamoci che un successo, per un gruppo giovane come il nostro, può cambiare se non la storia di certo la mentalità della squadra. Dovremo impostare due tipi di partita, con e senza palla. Ricordando magari i 120’ della recente Supercoppa di Doha».
Prima però è tempo di bilanci e di difetti atavici da correggere. «Sotto la mia gestione son venuti a mancare i punti con le piccole ma a dire il vero è un problema che per il Milan si ripete da qualche anno. Dobbiamo imparare che le partite non finiscono mai. Locatelli e Kessie mi hanno fatto arrabbiare perché nell’ultimo quarto d’ora passeggiavano in Presidente Yonghong Li insieme a David Han Li, direttore esecutivo del Milan (Lapresse) campo». Perciò da oggi testa a Higuain e ai suoi fratelli. Con un atteggiamento, per Gattuso, diversissimo rispetto a quando era giocatore. «C’è un abisso: prima della finale di Manchester era un divertimento puro, qui è una tragedia. Non si dorme, sento addosso un peso incredibile». Da valutare le condizioni di Suso che ha subito una botta alla coscia. «Arrivare alla finale con due soli infortunati (Biglia e Conti) considerando il cambio di preparazione, i carichi di lavoro e il nuovo modulo è un miracolo». Mercoledì ne servirà un altro.
Gattuso Contro i bianconeri dobbiamo essere spensierati concentrati e mai domi