Corriere della Sera

E ora testa alla Juve: «Non sempre vincono i più forti»

Lee la nota lieta

- A. rav. Monica Colombo

6 Silvestri Sotto assedio (10 i tiri del Milan), pronto di riflessi sulla deviazione di Heurtaux.

5,5 Bearzotti Nella ripresa mostra un po’ di coraggio e si butta più avanti.

5 Caracciolo Molte difficoltà a chiudere e a coordinare la difesa. 4,5 Heurtaux Una deviazione ininfluent­e, un’altra che quasi si trasforma in gol, nessuna opposizion­e su Cutrone.

4,5 Fares Suso non lo vede mai. 5,5 Romulo All’andata aveva fatto malissimo al Milan. Ieri però si capisce subito che è tutta un’altra musica. Si toglie lo sfizio di colpire la traversa su punizione.

5 Danzi Giovane di belle speranze e di buona tecnica, ma in difficoltà fisica e sempre sovrastato.

5 Calvano Un passato nelle giovanili del Milan, corsa e impegno però non bastano.

5 Cerci Qualche accelerazi­one nel primo tempo e qualche conclusion­e poco pericolosa nel finale.

5,5 Petkovic Punto di riferiment­o davanti, il meno peggio tra gli attaccanti.

5 Matos Si vede poco in avanti, torna a coprire. Spostato punta centrale, mette il fisico nei contrasti e poco altro.

5,5 Zuculini Un po’ di verve in più la mette, anche facendo spesso fallo. 6,5 Lee Un gran gol, di sinistro, sotto il sette, è l’unica nota lieta del pomeriggio del Verona.

5 Pecchia Si sono viste opposizion­i maggiori, squadra in disarmo e con la testa già in B.

Con un orecchio teso all’esito della sfida all’olimpico fra Atalanta e Lazio, il Milan non senza qualche apprension­e si prepara alla finalissim­a di Coppa Italia. «Al 70’ si è spenta la luce e abbiamo fatto di tutto per consentire al Verona di segnare» sbuffa Gattuso, seccato ma non troppo perché un minuto dopo il fischio di Pasqua era già concentrat­issimo sulla gara di mercoledì. «La Juve è favorita, ma giochiamo una finale e nelle gare secche non sempre chi è più forte vince» dice confortato dall’esperienza l’allenatore milanista. «Da sette anni i bianconeri sono protagonis­ti in Italia e in Europa e vincere aiuta

a vincere. Non ci dobbiamo dimenticar­e che 70 minuti di calcio incredibil­e a Torino non sono bastati: ci siamo presi tre pappine e siamo tornati a casa. Serviranno spensierat­ezza e massima concentraz­ione. Ricordiamo­ci che un successo, per un gruppo giovane come il nostro, può cambiare se non la storia di certo la mentalità della squadra. Dovremo impostare due tipi di partita, con e senza palla. Ricordando magari i 120’ della recente Supercoppa di Doha».

Prima però è tempo di bilanci e di difetti atavici da correggere. «Sotto la mia gestione son venuti a mancare i punti con le piccole ma a dire il vero è un problema che per il Milan si ripete da qualche anno. Dobbiamo imparare che le partite non finiscono mai. Locatelli e Kessie mi hanno fatto arrabbiare perché nell’ultimo quarto d’ora passeggiav­ano in Presidente Yonghong Li insieme a David Han Li, direttore esecutivo del Milan (Lapresse) campo». Perciò da oggi testa a Higuain e ai suoi fratelli. Con un atteggiame­nto, per Gattuso, diversissi­mo rispetto a quando era giocatore. «C’è un abisso: prima della finale di Manchester era un divertimen­to puro, qui è una tragedia. Non si dorme, sento addosso un peso incredibil­e». Da valutare le condizioni di Suso che ha subito una botta alla coscia. «Arrivare alla finale con due soli infortunat­i (Biglia e Conti) consideran­do il cambio di preparazio­ne, i carichi di lavoro e il nuovo modulo è un miracolo». Mercoledì ne servirà un altro.

Gattuso Contro i bianconeri dobbiamo essere spensierat­i concentrat­i e mai domi

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