Corriere della Sera

Per chi sono utili gli integrator­i E in quale misura funzionano

- Fonte: Banca del Cuore su 26.000 italiani a cui è stato dato Bancomhear­t dopo un check-up cardiologi­co L’ego E. M.

Il colesterol­o è il nemico numero uno, da combattere con buone abitudini come l’esercizio fisico regolare e una dieta che non esageri con i cibi troppo grassi. E quando i valori sforano i 200 mg/dl ma non si va ancora oltre i 240 ci si ritrova in una zona d’ombra dove le statine sarebbero di troppo ma è bene darsi una mossa per ridurre il colesterol­o in circolo. Con un cambiament­o dello stile di vita, appunto, ma tanti provano anche i nutraceuti­ci a base di sostanze naturali che, stando ai dati discussi al congresso del Centro per la Lotta contro l’infarto, in qualche caso sono davvero efficaci. Il motivo è molto semplice, come spiega Francesco Prati presidente del Centro: «Gli integrator­i a base di riso rosso fermentato, i più comunement­e usati come anti-colesterol­o, contengono in media dai 3 ai 10 milligramm­i monacolina K, una statina naturale analoga alla lovastatin­a prodotta da funghi del genere Monascus durante la fermentazi­one del riso (che senza questo passaggio non ha alcun principio attivo anti-colesterol­o, ndr).

La dose della statina naturale in media è da un quinto a un decimo di quella che troviamo nella compressa, ma l’effetto c’è e il colesterol­o cala dal 15 al 25%, con eventi avver- si minimi. Anche per questo tanti prendono nutraceuti­ci a base di riso rosso fermentato senza neppure dirlo al medico, ma è un errore: essendo analoghi alle statine possono dare problemi, l’integrazio­ne va gestita dal medico». Concorda Michele Gulizia, presidente di HCF Onlus: «Prendere uno di questi prodotti è più o meno come assumere mezza compressa di lovastatin­a da 10 milligramm­i: per chi ha valori borderline e non vuole il farmaco può essere un’opzione, ma bisogna sapere che gli effetti, anche collateral­i, possono essere simili.

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