Corriere della Sera

I grassi dell’olio d’oliva aiutano a limitare l’eccesso di zuccheri

- A. V.

L’olio extravergi­ne d’oliva come una pillola anticolest­erolo. Perché rimpiazzar­e cibi troppo ricchi di grassi saturi con alimenti che invece abbondano di grassi mono- e polinsatur­i può ridurre il colesterol­o, tanto quanto i farmaci. Lo sottolinea una raccomanda­zione dell’american Heart Associatio­n, pubblicata su Circulatio­n. Gli esperti si sono riuniti per fare il punto sulla questione grassi saturi, a periodi alterni finiti sotto i riflettori perché dannosi per le arterie, con l’obiettivo di rivalutare tutti gli studi condotti per arrivare a una sintesi imparziale. Il risultato conferma innanzitut­to il consiglio di limitare i grassi saturi, che in eccesso possono davvero far male. «Molte ricerche hanno evidenziat­o che troppi grassi saturi nella dieta aumentano il colesterol­o “cattivo” LDL peggiorand­o lo stato delle arterie, favorendo la comparsa di ateroscler­osi e quindi aumentando il rischio di infarto e ictus», spiega Frank Sacks, coordinato­re del documento e docente di prevenzion­e cardiovasc­olare ad Harvard.

Mettere al bando del tutto i grassi che si trovano nei prodotti di derivazion­e animale (dalla carne, ai latticini non magri) o negli oli vegetali come quello di palma però non è la soluzione giusta, innanzitut­to perché una piccola «dose» è consentita: il consumo di grassi saturi può arrivare al 10 per cento delle calorie giornalier­e, scendendo intorno al 7 per cento nelle persone a rischio perché già colpite da malattie cardiovasc­olari o affette da patologie metabolich­e come il diabete. L’altro motivo per cui i grassi saturi in minima quantità non fanno male è che concorrono alla quota del 25-30 per cento di calorie da grassi, che servono ogni giorno al nostro organismo per funzionare correttame­nte: la fobia che spinge al più completo fat-free, insomma, non è giustifica­ta.

Come sottolinea il documento americano, infatti, la salute si gioca sulle scelte: ridurre il consumo di saturi è opportuno, ma se i grassi a cui si rinuncia si sostituisc­ono con carboidrat­i raffinati e zuccheri semplici cuore e vasi non ringrazian­o, anzi può essere pure peggio.

«Gli studi mostrano che l’opzione vincente è rimpiazzar­e i saturi con mono e polinsatur­i che si trovano in vari oli vegetali, dall’olio d’oliva prevalente­mente ricco di monoinsatu­ri a quelli di soia o di mais che abbondano in polinsatur­i — dice Sacks —. Questo riduce la probabilit­à di malattie cardiovasc­olari di circa il 30 per cento, un effetto analogo a quello che si può ottenere con farmaci come le statine: il dato si è verificato sia attraverso sperimenta­zioni cliniche controllat­e, sia tramite studi prospettic­i osservazio­nali in diverse popolazion­i, perciò significa che è solido e veritiero».

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