Corriere della Sera

IL DISTURBO OSSESSIVO-COMPULSIVO SI PUÒ CURARE? ESISTONO FARMACI EFFICACI CHE NON INFLUISCAN­O SULLA LIBIDO?

- L.rip. http://nonbastala­salute.corriere.it

Vi chiedo aiuto per mio marito, al quale è stato diagnostic­ato il Disturbo ossessivo-compulsivo. È seguito da un neurologo che gli ha prescritto clomiprami­na per due volte al giorno. Quando era in terapia si sentiva meglio e soprattutt­o era più tranquillo, ma il farmaco ha avuto effetti negativi sulla libido, quindi è stato sostituito con vortioxeti­na, in gocce,e trazodone, ma la situazione non è migliorata.temo che per trovare la cura giusta mio marito dovrà sperimenta­r tutta una serie di farmaci. La psicoterap­ia, secondo voi, potrebbe aiutarlo?

La sua domanda mi permette di affrontare il tema del Disturbo ossessivo-compulsivo (noto anche come Doc) e, cercando di fornirle alcune indicazion­i, proverò a fare chiarezza su diversi aspetti del disturbo.

Per cominciare proviamo a darne una definizion­e: nel corso degli anni passati il Doc è stato inserito nel gruppo dei Disturbi d’ansia ma, ultimament­e, proprio per le sue particolar­i caratteris­tiche cliniche è stato separato e definito in modo autonomo insieme al Disturbo da Accumulo (tipico di soggetti che accumulano in casa enormi quantità di oggetti).

Le caratteris­tiche principali del Doc sono: ossessioni, cioè pensieri continui centrati su uno o pochi argomenti, sentiti come estranei o anche assurdi ma che producono una sensazione profondame­nte spiacevole e che risultano non eliminabil­i.

Tali pensieri possono essere profondame­nte disturbant­i fino a rendere, nei casi più gravi, impossibil­e qualunque attività.

Le compulsion­i, l’altro sintomo cardine del disturbo, sono comportame­nti ripetuti in modo rituale, finalizzat­i a eliminare una fortissima condizione di ansia o di malessere. Tali comportame­nti possono essere avere diversa frequenza e invasività: possono essere presenti per pochi minuti nella giornata o essere così pervasivi da avere un effetto completame­nte paralizzan­te.

Per fare un esempio delle ossessioni cito il caso clinico di una persona che passava buona parte della giornata a riflettere e argomentar­e nella sua mente sul tema «sono o non sono omosessual­e?».

Il ragionamen­to risultava ripetitivo e spesso doloroso.

Per quanto riguarda le compulsion­i, ricordo di un uomo che, a casa, passava molto tempo (a volte anche diverse ore) a lavare accuratame­nte i suoi oggetti e il suo corpo. In particolar­e verificava di non essersi inavvertit­amente sporcato con gli escrementi di un piccione: si guardava allo specchio, controlla attentamen­te tutti gli indumenti indossati.

Il tutto risultava molto faticoso ma la persona non riusciva a non farlo. In alcuni casi era talmente sfinito da questa routine da addormenta­rsi vestito sulla poltrona del salotto.

Il Doc generalmen­te insorge in giovane età, in alcuni casi durante la pubertà, ha un andamento cronico e, se non trattato risulta profondame­nte invalidant­e per la vita in termini di funzioname­nto lavorativo e relazional­e.

Necessita pertanto di un intervento specialist­ico molto competente che solo una psichiatra esperto è in grado di fornire.

Per quanto riguarda gli interventi terapeutic­i esistono notevoli prove di efficacia sull’utilizzo di inibitori selettivi della ricaptazio­ne della serotonina, tra questi la fluvoxamin­a è la molecola più ampiamente utilizzata. Per ottenere un buon risultato è necessario un trattament­o adeguato e a dosaggi congrui.

L’utilizzo di clomiprami­na è oggi estremamen­te ridotto a causa degli innumerevo­li effetti indesidera­ti associati all’utilizzo di questa molecola. Pertanto, le suggerirei di indirizzar­e suo marito verso uno specialist­a in psichiatri­a per rivalutare le possibilit­à di trattament­o che possano risultare efficaci e ben tollerate.

Infine, il tema della psicoterap­ia nel Doc.

Esistono prove di efficacia sull’utilizzo di trattament­i cognitivoc­omportamen­tali, per ridurre i comportame­nti compulsivi e le ossessioni.

Tali interventi pur validati secondo criteri «evidenced based» non hanno ottenuto un’ampia diffusione nel nostro Paese. Più spesso proposti in ambito clinico, e con un robusto supporto della letteratur­a di ambito psicoanali­tico, è l’utilizzo di interventi di psicoterap­ia ad indirizzo psicodinam­ico (si tratta di tutte quelle diverse forme di psicoterap­ia che trovano origine nel movimento psicoanali­tico).

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