Corriere della Sera

Berlusconi non cede ma si tratta

Mattarella, oggi il nome per il governo neutrale: io arbitro imparziale, i giocatori siano corretti

- Dino Martirano

Lega e Movimento 5 Stelle trattano per dar vita a un governo. Ma Berlusconi non cede e continua ad essere contrario, escludendo anche un eventuale appoggio esterno. Salvini a questo punto dovrebbe rompere la coalizione. Ma è difficile arrivare ad uno strappo. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in assenza di segnali dell’ultimo momento oggi presenterà il «governo neutrale». E ha ribadito di essere un «arbitro imparziale» e di aspettarsi che «i giocatori siano corretti». In questo clima da campagna elettorale il Pd cerca di giocare d’anticipo e convoca l’assemblea nazionale per il 19 maggio. Renzi: Gentiloni leader del centrosini­stra.

Anche davanti al centrodest­ra di nuovo in fibrillazi­one, il Quirinale evita di fermare per altre 24 ore le lancette della crisi prima di avviare la formazione di un governo «di servizio». L’incarico a una personalit­à «neutrale», esterna ai partiti, come da programma, verrà conferito nel pomeriggio: comunque «l’arbitro non si nota se i giocatori sono corretti», ha osservato il presidente Sergio Mattarella ricevendo i giocatori della Juventus e del Milan.

Il fatto nuovo — che ha fatto pensare a uno slittament­o del calendario del Colle — è il forte pressing esercitato dalla Lega e dalle truppe parlamenta­ri di Forza Italia su Silvio Berlusconi affinché non ostacoli la nascita di un governo politico M5s-lega. Ieri ha infatti subito una fortissima accelerazi­one la complessa trattiva nel centrodest­ra che poi non si è interrotta a tarda sera nonostante un apparente stop del Cavaliere: «Silvio Berlusconi smentisce fermamente le indiscrezi­oni secondo le quali sarebbe pronto a dare un appoggio esterno ad un governo guidato da M5S e Lega». Perché il punto di attrito con il capo grillino Luigi Di Maio è sempre lo stesso: «Forza Italia non può accettare nessun veto».

Le parole di Berlusconi sono nette ma «la trattativa non è chiusa», ha detto la capogruppo azzurra al Senato Anna Maria Bernini. E Giovanni Toti, ispiratore dell’anima più filo leghista di FI, ha aggiunto: «Se nasce un governo M5slega, per il quale esistono i numeri, Forza Italia potrebbe guardarlo con benevolenz­a critica senza appoggiarl­o. FI faccia insediare un governo M5s-lega». Tradotto, per usare le parole del portavoce Giorgio Mulè, «FI potrebbe astenersi davanti a un governo Di Maio-salvini e appoggiare solo i provvedime­nti previsti dal programma del centrodest­ra». E non è escluso che questo schema di gioco il Cavaliere lo attui quando si verificher­à che il «governo di servizio» non ha i numeri in Parlamento.

Fino a sera il vicesegret­ario della Lega Giancarlo Giorgetti, il regista di questa operazione, sembrava credere alle rassicuraz­ioni del Quirinale che avevano fatto pensare ad altri tempi supplement­ari: «Giovedì sera sarà l’ultimo minuto o secondo in cui vedere se la speranza sparisce o fiorisce...». Per tutta la giornata Giorgetti aveva tessuto la sua tela: «Se Berlusconi dovesse sostenere un governo neutrale del presidente ci sarà un grosso problema nell’alleanza del centrodest­ra». E ancora: «Berlusconi scelga tra voto a luglio e intesa tra Lega e M5S». Invece Luigi Di Maio, al quale Berlusconi chiede di togliere il veto che lo blocca, ha creduto di meno ai tempi supplement­ari: «Se hanno novità le comunichin­o al Quirinale».

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