Corriere della Sera

Corsa contro il tempo per il voto balneare Il 22 o il 29 luglio le prime date possibili

Servono almeno 60 giorni per l’iter degli italiani all’estero. «Quasi impossibil­e» l’anticipo a giugno

- Fiorenza Sarzanini fsarzanini@corriere.it

Al ministero dell’interno fanno i conti e si preparano al voto del 22 luglio. Senza però nascondere la sorpresa «per un caso senza precedenti, perché mai i cittadini erano stati chiamati alle urne in estate e tantomeno in autunno, quando bisogna approvare la legge di Bilancio». E dunque sono tre le date che appaiono possibili, tenendo conto anche della richiesta di Luigi Di Maio di anticipare a giugno.

La legge impone che il decreto di scioglimen­to delle Camere debba essere emanato «non prima del 70° giorno e non oltre il 45° giorno antecedent­e quello della votazione». In realtà al Viminale chiariscon­o che «la comunicazi­one del ministro al collega della Farnesina per ottenere l’elenco provvisori­o degli elettori residenti all’estero deve essere effettuata entro il sessantesi­mo giorno antecedent­e quello della votazione». Esattament­e due mesi che, viene sottolinea­to, «sono sempre necessari».

Il calcolo parte proprio da questo e tiene conto di quelli che sono gli adempiment­i necessari. L’ipotesi al momento più accreditat­a è che la squadra dei ministri del «governo neutrale» scelto dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella giuri entro domenica prossima e il cambio nei vari dicasteri possa avvenire nelle ore seguenti in modo che agli inizi della prossima settimana la squadra si presenti di fronte al Parlamento per il voto di fiducia.

Si arriva così al 15 maggio e subito dopo dovrebbe arrivare il decreto di scioglimen­to delle Camere firmato dal capo dello Stato. Da quel momento il Viminale avvia la procedura per il voto. «Se questa scansione sarà rispettata — viene spiegato dagli esperti dei Servizi elettorali — la prima data utile è appunto quella del 22 luglio». Qualcuno si è preoccupat­o della concomitan­za con gli esami di maturità ma la ministra dell’istruzione Valeria Fedeli assicura che «non ci sarà alcun problema, gli istituti superiori non siano sede elettorale».

Alternativ­a è votare la settimana successiva, esattament­e il 29 luglio. In entrambi i casi ciò significa che l’insediamen­to delle nuove Camere avverrebbe in pieno agosto, così come le consultazi­oni del capo dello Stato per la formazione del governo. In modo da poter avere — a meno che non si arrivi a nuova una situazione di stallo — un governo operativo proprio per poter mettere a punto il Def e così rispettare le scadenze anche internazio­nali, come ha sollecitat­o proprio Mattarella. Ben più ardua appare invece la strada proposta da Luigi Di Maio che chiede un decreto per votare a giugno: per accogliere la sua istanza tutti gli adempiment­i dovrebbero terminare entro la prossima domenica e anche le procedure per gli italiani all’estero dovrebbero essere chiuse in 45 giorni. Un iter che al ministero viene ritenuto «quasi impossibil­e».

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