Corriere della Sera

Gli Usa lasciano il patto iraniano

Trump: mentono sul nucleare, ora sanzioni durissime. E Israele colpisce in Siria

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE (Epa) G. Sar.

WASHINGTON II governo iraniano «ha mentito». Teheran continua «la ricerca di armi atomiche» e, anzi, «la sua minaccia militare è cresciuta del 40%». L’accordo firmato nel 2015 «dalla precedente amministra­zione non ha mai portato alla pace e mai vi porterà». Per tutti questi motivi, ieri Donald Trump ha annunciato la decisione attesa da tutti: «Gli Stati Uniti si ritirano dall’intesa sul nucleare», sottoscrit­ta da Russia, Cina e i tre alleati europei, Francia, Germania, Regno Unito.

Lo strappo sarà accompagna­to dal ripristino delle sanzioni economiche, cancellate da Barack Obama. «Saranno le più pesanti possibili», ha detto il presidente alla fine di un intervento durato solo dieci minuti. Lo schema è trasparent­e: gli Stati Uniti vogliono mandare un segnale di forza al Paese degli ayatollah; ma sono disponibil­i a riprendere il negoziato su basi più ampie. Trump ha ripetuto le accuse formulate più volte: l’iran appoggia «le organizzaz­ioni terroristi­che, dagli Hezbollah ai Talebani» e mette a rischio «la pace nel Medio Oriente». Anche questo deve entrare in una trattativa, insieme al dossier sugli armamenti, a cominciare dai missili balistici.

Il presidente americano ha evocato spesso la Corea del Nord. Quella è la strada. Linea dura, sanzioni, disponibil­ità a discutere, azzerando il passato. Trump, per altro, ha rivelato che il segretario di Stato, Mike Pompeo «in queste ore è Pyongyang e abbiamo già definito luogo e data per l’incontro con Kim Jong-un».

A breve, invece, il segretario al Tesoro, Steven Mnuchin, definirà nel concreto le sanzioni contro l’iran, che verranno adottate nel giro di 90-180 giorni. Le linee guida sono davvero

La decisione di mettere a rischio l’accordo senza alcuna violazione da parte dell’iran è un grave errore ed eroderà la credibilit­à dell’america Barack Obama ex presidente americano

inquietant­i: non solo verranno colpiti i settori locali dell’energia, del petrolio e dei servizi finanziari, ma anche i Paesi in affari con Teheran. Le aziende straniere avranno «un periodo di tempo transitori­o» per chiudere i contratti in essere, poi se non se ne andranno, dovranno fronteggia­re «le dure conseguenz­e» imposte dagli americani.

Il mondo è in allarme. Il presidente Hassan Rouhani ha dichiarato davanti alle telecamere: «L’iran non abbandoner­à l’accordo nucleare e non cederà all’atto di guerra psicologic­a deciso da Trump. Siamo pronti a discutere con Ue, Russia e Cina per avere le garanzie necessarie». È una risposta indiretta all’appello di Federica Mogherini, l’alto rappresent­ante Ue per la politica estera e la sicurezza: «Mi rivolgo ai leader e ai cittadini iraniani. Restate fedeli ai vostri impegni e noi resteremo fedeli ai nostri».

Dall’europa arriva anche una dichiarazi­one congiunta sottoscrit­ta da Emmanuel Macron, Angela Merkel e Theresa May: noi sosteniamo l’intesa ed «esprimiamo rammarico e preoccupaz­ione» per la mossa americana. Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni condivide, su Twitter, la posizione dei leader di Francia, Germania e Regno Unito: «L’accordo con l’iran va mantenuto. Contribuis­ce alla sicurezza nella regione e frena la proliferaz­ione nucleare. L’italia è con gli alleati europei per confermare gli impegni presi».

Con Trump si schierano l’arabia Saudita e il premier israeliano Benjamin Netanyahu: «Decisione buona e coraggiosa. Se l’iran attacca, assaggerà la nostra forza». E in serata Israele è tornata a colpire in Siria con dei raid a sud di Damasco.

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Trump firma il memorandum con cui gli Usa escono dall’accordo
Il documento Trump firma il memorandum con cui gli Usa escono dall’accordo

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