Corriere della Sera

Bolton vuole la caduta degli ayatollah L’ex spia Pompeo (infine) medierà?

Sconfitto il generale Mattis. Il quarto uomo chiave è Mnuchin (al Tesoro)

- di Giuseppe Sarcina DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE 1 2 3 4 (Epa)

Adesso il punto chiave è capire se ci sono margini per un negoziato tra Washington e Teheran. Se l’accordo nucleare, ripudiato ieri da Donald Trump, possa essere sostituito da un’altra formula più ampia. Trump si confronter­à, come ha già fatto nelle scorse settimane, con quattro figure dell’amministra­zione.

Mike, il neo pragmatico

In questo momento Mike Pompeo è l’uomo più importante di Washington, dopo il presidente. Da parlamenta­re iper conservato­re, Pompeo, 54 anni, ha contrastat­o con furore l’intesa atomica firmata dall’ex presidente Barack Obama, nel 2015. Ma da quando Trump lo ha voluto al posto di Rex Tillerson, Pompeo ha temperato l’asprezza con abbondanti dosi di pragmatism­o. Con John Bolton è sicurament­e il più convinto sostenitor­e della assoluta necessità di cancellare il protocollo atomico. La sua mappa geopolitic­a è piuttosto schematica: l’iran è «il» nemico di Israele e degli Stati Uniti.

Tuttavia potrebbe essere proprio Pompeo a impostare la difficile trattativa con il Paese degli ayatollah, facendo sponda con gli alleati europei. Lo schema potrebbe essere quello appena visto con la Corea del Nord. Da capo della Cia, Mike ha accantonat­o le dichiarazi­oni bellicose che aveva fatto da senatore. Ancora ieri è andato Pyongyang per preparare l’incontro storico tra «The Donald» e Kim Jong-un.

John, il demolitore

Il nuovo consiglier­e per la sicurezza nazionale, 69 anni, ha sostituito il generale Herbert Raymond Mcmaster. Nel mese di aprile, la spinta di Bolton sul Medio Oriente era stata contenuta da Mattis. Adesso è il suo momento. Sulla carta occupa la posizione più estrema, il confine dell’oltranzism­o. La sua visione dell’iran richiama l’interventi­smo americano e le guerre sporche del passato. Il primo luglio del 2017, Bolton partecipò alla convention del M.e.k, i Mujahedin del popolo iraniano, tenuta a Parigi. Il Mek è un’organizzaz­ione controvers­a di dissidenti islamici, guidati da Maryam Rajavi. Il dipartimen­to di Stato l’ha tolta dalla lista delle entità terroristi­che nel 2012. Bolton si rivolse in questi termini alla platea: «Il regime dell’iran non cambierà mai i suoi metodi. L’unica cosa da fare è cambiare il regime a Teheran. E gli Stati Uniti lo faranno entro il 2018».

James, il moderato

Questa volta il segretario alla Difesa è stato messo in minoranza. Lo scorso 14 aprile Mattis aveva gestito fin nei dettagli tutta l’operazione Siria, circoscriv­endo i bombardame­nti su obiettivi collegati alla produzione di armi chimiche. In quella circostanz­a l’ex generale dei marines aveva contenuto Bolton. Ora, invece, non è riuscito a orientare la decisione del presidente. Mattis, 67 anni, resta, però, il punto di riferiment­o più chiaro per gli alleati europei. Tre settimane fa, davanti a una commission­e parlamenta­re, aveva consigliat­o di tenere in vita l’accordo con Teheran: «È pieno di difetti, vero. Ma l’ho letto tre volte e mi sono reso conto di quanti siano rigidi i controlli previsti sulle attività atomiche degli iraniani».

Steve, il contabile

Il ruolo del ministro del Tesoro, Steven Mnuchin, 55 anni, è forse tra i più sottovalut­ati. Ha sempre navigato sotto costa, senza esporsi troppo, ma Trump lo coinvolge su tutti i dossier decisivi. Toccherà a lui modulare le sanzioni economiche contro Teheran e quindi inviare il primo segnale concreto all’iran e alla diplomazia internazio­nale. Con la Russia, Mnuchin ha usato la mano pesante, sanzionand­o anche gli oligarchi. Ma con la Cina è stato attento a lasciare margini per la trattativa su dazi e deficit commercial­e. Mnuchin è l’interlocut­ore reale della parte più conservatr­ice della comunità ebraica americana. Non a caso ci sarà anche lui nella delegazion­e che presenzier­à all’apertura dell’ambasciata Usa a Gerusalemm­e, il prossimo 14 maggio. Nello stesso tempo, però, il miliardari­o ex gestore di hedge fund, tiene d’occhio la dinamica dei mercati. Gli investitor­i si aspettano un ciclo al rialzo del petrolio: segnale preoccupan­te per la crescita mondiale.

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La risposta Il presidente iraniano Hassan Rouhani ha replicato in television­e: «Se necessario, riprendere­mo l’arricchime­nto senza limiti. Parleremo prima con i nostri amici e alleati»
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2 Michael Pompeo, segretario di Stato dal 26 aprile, ha preso il posto di Rex Tillerson
3 James Mattis, segretario alla Difesa
4 Steven...
1 John Bolton, consiglier­e per la sicurezza nazionale dal 9 aprile scorso. Ha sostituito Herbert Mcmaster 2 Michael Pompeo, segretario di Stato dal 26 aprile, ha preso il posto di Rex Tillerson 3 James Mattis, segretario alla Difesa 4 Steven...
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