Gli ex 007 israeliani che spiano gli obamiani
Per provare a infangare tutti gli uomini del presidente le spie private ne hanno corteggiato (con proposte d’affari e di beneficenza) le consorti. Così Ann — sposata con Ben Rhodes, tra gli strateghi più vicini a Barack Obama — e Rebecca — moglie di Colin Kahl, un altro consigliere per la politica estera — hanno ricevuto l’offerta di lavorare come consulente a un film (sui segreti dentro la Casa Bianca) o di ricevere una donazione per la scuola frequentata dalla figlia.
Approcci portati avanti da una donna con nomi diversi, ma con lo stesso stile e la stessa insistenza. La tattica sarebbe stata quella di avvicinarsi ai famigliari — rivelano il giornale britannico Guardian e l’americano New Yorker — per raccogliere informazioni compromettenti contro i suggeritori dell’ex presidente Usa che più hanno sostenuto l’accordo sul nucleare. Gli investigatori volevano
Le mogli
Per screditare ex consulenti della Casa Bianca l’agenzia agganciava le mogli
dimostrare che Rhodes e Kahl avrebbero guadagnato dall’intesa perché pagati da lobbisti iraniani.
L’agenzia incaricata dell’«operazione sporca» è la stessa Black Cube assoldata dagli avvocati di Harvey Weinstein per tallonare le attrici che accusano il produttore di molestie. È stata fondata da Avi Yanus e Dan Zorella, ex ufficiali dell’intelligence militare israeliana, che hanno messo insieme «un gruppo selezionato di veterani specializzati in soluzioni su misura a problemi complessi», come si pubblicizzano. In sostanza infiltrazioni da 007 in contenziosi legali tra aziende, cause in tribunale dove l’informazione giusta può permettere di vincere (o non perdere) milioni.
Le inchieste dei due giornali divergono sui mandanti: il Guardian sostiene che i detective siano stati contattati da consiglieri di Donald Trump a maggio dell’anno scorso dopo la visita del presidente in Israele; secondo il New Yorker sono stati assunti da un cliente privato che aveva interessi economici nel mantenimento delle sanzioni contro l’iran.
@dafrattini