Corriere della Sera

Londra inventa l’«eredità di cittadinan­za»

Diecimila sterline al compimento dei 25 anni. «Si rinsalderà il patto tra baby boomer e millennial»

- NOSTRO CORRISPOND­ENTE Luigi Ippolito

LONDRA Una «eredità di cittadinan­za» per tutti i giovani, al compimento dei 25 anni: diecimila sterline (poco più di undicimila euro) da utilizzare per l’acquisto della prima casa, gli studi, l’avviamento di una attività o verso un fondo pensione. È l’idea al centro del dibattito in Gran Bretagna, formulata da una commission­e presieduta dall’ex sottosegre­tario conservato­re all’istruzione, David Willetts, cui hanno partecipat­o, fra gli altri, la direttrice generale della Confindust­ria e il segretario generale dei sindacati.

L’obiettivo è rinsaldare il patto generazion­ale, ormai «spezzato», a detta della commission­e: e favorire un riequilibr­io fra i «baby boomer», i cinquanta-sessantenn­i che godono di pensioni sicure e case di proprietà, e i «millennial», i venti-trentenni il cui presente (e futuro) si presenta molto più precario.

La proposta, per evitare che si apra un buco nei conti pubblici, prevede un finanziame­nto attraverso una riforma della tassa di succession­e. Al momento, in Gran Bretagna soltanto le eredità sopra il milione di sterline vengono tassate al 40 per cento: la commission­e propone di tassare al venti per cento tutte le eredità fino a mezzo milione e al trenta quelle sopra tale soglia.

Da tempo anche in Gran Bretagna il divario generazion­ale è al centro dell’attenzione: i trentenni di oggi hanno la metà delle possibilit­à di possedere una casa rispetto ai propri genitori e negli ultimi quindici anni il numero di famiglie con figli che vive in affitto è triplicato. A questo si aggiungono la precarietà dei contratti di lavoro e la stagnazion­e dei salari. «Le nuove generazion­i — si legge nel rapporto pubblicato dalla commission­e — sopportano più rischi e detengono meno beni dei loro predecesso­ri: dobbiamo aggiustare questo squilibrio se vogliamo mantenere la promessa di una democrazia proprietar­ia».

La proposta dell’«eredità di cittadinan­za» è stata però accolta con scetticism­o proprio da molti «millennial»: in Gran Bretagna gli studenti escono dall’università già gravati da un debito di 50 mila sterline in media (è infatti molto diffusa la pratica del prestito d’onore per finanziare i costosi studi) e un’elargizion­e di diecimila sterline è vista come un contributo insufficie­nte. Anche se «ci sarebbe maggiore eguaglianz­a nella mia generazion­e», ha notato Ben Morris, studente di matematica a Oxford.

«Troppi giovani — ha detto Torsten Bell, già consiglier­e dell’ex leader laburista Ed Miliband, che ha diretto le ricerche della commission­e — restano con la sensazione che le nostre priorità nazionali non siano dirette a loro ma da qualche altra parte». «I più anziani dei millennial avranno presto 40 anni — ha spiegato Willetts — ma non hanno il tipo di interesse nella società che un quarantenn­e avrebbe avuto in passato: non posseggono una casa e non hanno una pensione certa».

L’esponente conservato­re ha sottolinea­to che il suo partito, drammatica­mente in declino fra gli under 50, dovrebbe cogliere l’opportunit­à politica della proposta. Le reazioni di entrambi i partiti sono state positive, ma chissà se l’idea diverrà mai legge.

Le risorse L’iniziativa verrebbe finanziata con una riforma della tassa di succession­e

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Dietro le sbarre Ursula Haverbeck, 89 anni, in carcere a Bielefeld: deve scontare una pena di 2 anni per aver negato l’olocausto

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