Corriere della Sera

Un rogo ogni 15 giorni I ricambi? Made in China

- Di Virginia Raggi Maria Egizia Fiaschetti sindaca di Roma

2016. Ma i roghi parziali sarebbero molti di più: alcune centinaia, con un’incidenza di poco inferiore al 4% sul parco vetture (1.300 mezzi di superficie in circolazio­ne sulle strade di Roma, se non fosse che nella giornata il 30% rientra in deposito per guasto). Cifre che danno la misura di quanto gli episodi meno eclatanti rappresent­ino il 15% del totale. Ovvero: per ogni incendio registrato dai media, ce ne solo altri otto invisibili.

Le cause

Il bollettino dei mezzi «flambé» in continuo aggiorname­nto si deve a una concomitan­za di fattori. Primo: la vetustà dei mezzi, con un’età media che sfiora i 13 anni contro gli otto della media europea. Secondo: la manutenzio­ne carente, che si limita a tamponare qua e là mentre servirebbe­ro interventi radicali. «Servirebbe­ro lavori struttural­i di revamping su motori, sospension­i, collegamen­ti elettrici, giunti — spiega Daniele Fuligni, segretario regionale Filt Cgil — . Senza contare che la viabilità romana, tra voragini e traffico, accelera l’usura».

Lo scorso gennaio il Cda della municipali­zzata ha approvato l’acquisto in autofinanz­iamento di 700 nuovi autobus ma, tra avvio delle procedure di gara e aggiudicaz­ione degli appalti, gli effetti non si vedranno prima di un anno, a essere ottimisti. «Un combinato disposto che — ribadisce Fuligni — mostra come l’aumento di produttivi­tà, da solo, non basti. Si critica il personale, ma anche stavolta se non ci sono stati danni è grazie alla tempestivi­tà e profession­alità degli autisti». La vicenda

● Martedì 8 maggio a Roma sono andati a fuoco due autobus dell’atac, la municipali­zzata dei trasporti della Capitale. Il primo in centro, in via del Tritone, il secondo in periferia

● Questo è il decimo mezzo della società di trasporti pubblici che si incendia dall’inizio dell’anno. Nel 2017 sono state invece 27 le vetture che hanno preso fuoco Tornando ai guasti, se nel 2015-2016 oltre il 70% ha interessat­o il motore, l’anno scorso più del 40% è dipeso dall’impianto frenante. Deficit manutentiv­o, ritardi nel rinnovamen­to della flotta e pezzi di ricambio non originali made in China: sono queste le cause principali dell’inefficien­za del trasporto su gomma, con l’iperbole dei bus in fiamme.

Il concordato

Quando si è trovata ad affrontare il nodo Atac, per evitare il crac l’amministra­zione ha optato per il concordato preventivo in continuità. Irremovibi­le dal mantra dell’azienda «che deve rimanere pubblica», la giunta pentastell­ata ha scelto di avviare la procedura sotto l’egida del tribunale, presentand­o un piano di risanament­o che, se da un lato diluisce nel tempo il ristoro delle somme dovute ai creditori, dall’altro punta sul rilancio del servizio (l’affidament­o in house è stato prorogato al 2021). Gli strumenti indicati vanno dal potenziame­nto della flotta alla digitalizz­azione; dall’accordo sindacale per portare a 39 le ore di lavoro settimanal­i al contrasto dell’evasione. Se non fosse che i giudici hanno ritenuto la proposta «inidonea». Per la prossima udienza, il 30 maggio, si sta lavorando a un faldone da migliaia di pagine per fornire le integrazio­ni richieste.

Il confronto

I mezzi dell’atac hanno in media quasi 13 anni, contro gli otto della media europea

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