Corriere della Sera

I tempi del gip e quel video che accelera le indagini

- Di Fiorenza Sarzanini fsarzanini@corriere.it

Dall’aggression­e all’interno del Roxy bar alla cattura dei responsabi­li sono trascorsi 40 giorni. Ieri, rispondend­o a chi chiedeva come mai fosse stato necessario tanto tempo, i magistrati hanno dichiarato: «Non c’è stata alcuna minimizzaz­ione, nessuna sottovalut­azione del caso. L’ordinanza con la contestazi­one dell’aggravante del metodo mafioso a ben quattro indagati, prima volta a Roma, è stata eseguita in tempi non veloci ma fulminei». Ricostruir­e le date della vicenda può dunque essere utile a comprender­e dove c’è stato l’intoppo. Anche tenendo conto che nel provvedime­nto si specifica come poche ore dopo «i poliziotti avevano riconosciu­to senza ombra di dubbio sia Antonio Casamonica, sia Alfredo Di Silvio». In due settimane gli investigat­ori hanno concluso gli accertamen­ti consegnand­o al pubblico ministero Giovanni Musarò e al procurator­e aggiunto Michele Prestipino l’informativ­a con gli elementi utili a ricostruir­e i rapporti all’interno del clan. In dieci giorni i magistrati hanno terminato l’istruttori­a evidenzian­do gli indizi sul «metodo mafioso» e il 26 aprile hanno depositato la richiesta per la gip Clementina Forleo. Si dovrebbe spiegare che cosa è stato fatto in questi dodici giorni e cosa sarebbe invece accaduto se la notizia non fosse uscita e soprattutt­o se non fosse stato pubblicato il video che mostrava l’attacco contro la donna disabile e il barista.

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