Corriere della Sera

COME LA DEMOCRAZIA SPAGNOLA HA ESTIRPATO IL TERRORE

- Caro Giorgio,

Caro Aldo,

L’eta ha annunciato lo scioglimen­to, ma il premier Rajoy ha dichiarato che non ci sarà alcuna impunità per i crimini commessi. In Italia, una ex Br, in occasione del 40ennale della strage di via Fani a cui ha partecipat­o, si è permessa di postare un messaggio provocator­io. Eppure era stata condannata all’ergastolo (anche se è riuscita a evitarlo). Non trovo parole per commentare, e lei? Giorgio Tescari

Molti lettori, in occasione dei quarant’anni del rapimento di Aldo Moro e del massacro degli uomini della sua scorta, sono intervenut­i per denunciare l’arroganza delle parole dei terroristi italiani. Sono d’accordo con loro. Per fortuna in questi ultimi tempi si sono levate anche le voci dei familiari delle vittime, come negli importanti libri di Mario Calabresi, Benedetta Tobagi, Giampaolo Mattei, cui sono seguiti altri. In questi giorni però è passata quasi sotto silenzio la resa dell’eta, che ha posto fine all’ultima insurrezio­ne armata d’europa.

L’eta ha sparso sangue per sessant’anni, uccidendo oltre 800 spagnoli. Il fatto di aver combattuto l’orribile regime di Franco, arrivando ad assassinar­e il primo ministro Carrero Blanco, le ha dato nel Paese basco un’influenza mantenuta anche negli anni della democrazia con metodi tecnicamen­te mafiosi. Qualcosa del genere è accaduto nell’ulster, dove la minoranza dell’ira ha tenuto a lungo in scacco la comunità cattolica irlandese, e accade oggi a Gaza, dove comandano gli estremisti di Hamas: i violenti hanno un certo consenso; ma è grazie al terrore che si impongono sulla maggioranz­a. In Spagna per anni l’eta ha colpito chiunque indossasse una divisa. L’anno più sanguinoso fu il 1980: quasi cento vittime. Il primo ministro socialista González li ha combattuti con gli squadroni della morte. Qualunque attentato avvenisse in Spagna, per riflesso condiziona­to veniva attribuito all’eta: cadde nell’errore anche il lehendakar­i (governator­e) Ibarretxe, quando dopo i 200 morti di Madrid (11 marzo 2004) attribuì la responsabi­lità ai terroristi di casa. Quel giorno andai a Bilbao, dove un po’ tutti dicevano: «Un basco non può averlo fatto». Erano stati gli islamisti di Al Qaida. Nel 2011, l’anno della grande crisi, l’eta annunciò la rinuncia alla violenza; ma senza violenza non poteva stare in piedi. Non la rimpianger­emo. È crollata sotto la forza della democrazia, che — anche concedendo ai baschi ampie autonomie, a cominciare da quella fiscale — si è rivelata più forte del ricatto e della paura.

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