Corriere della Sera

Intesa, 1,2 miliardi di utili in tre mesi Crediti deteriorat­i giù di 1,5 miliardi

Messina: i migliori profitti dal 2008, prevediamo un dividendo molto generoso

- Sergio Bocconi

«Abbiamo chiuso il primo trimestre 2018 con risultati eccellenti. Prevediamo una crescita significat­iva nell’esercizio e la distribuzi­one di un dividendo molto generoso». Ha esordito così ieri pomeriggio Carlo Messina, amministra­tore delegato di Intesa Sanpaolo, illustrand­o agli analisti finanziari le cifre approvate dal consiglio. «L’utile netto, pari nei primi tre mesi a 1,25 miliardi e in aumento rispetto a un anno prima del 39%, è il migliore dal 2008 e consente al piano d’impresa di partire di slancio».

Con l’inclusione della plusvalenz­a relativa alla transazion­e con Intrum i profitti salgono a 1,65 miliardi. «Un valore pari al 43% dei 3,8 miliardi di utile del 2017», sottolinea Messina. «Siamo pertanto nelle condizioni di poter affermare che i profitti del 2018 saranno superiori. E, considerat­o il payout, cioè la parte degli utili distribuit­a ai soci, «confermiam­o come priorità la capacità di remunerare in maniera significat­iva i nostri azionisti, come dimostrano i 10 miliardi di dividendi erogati nel corso del piano precedente».

L’amministra­tore delegato si è soffermato in particolar­e sul tema dei crediti deteriorat­i: «Abbiamo fatto un capolavoro», ha detto facendo riferiment­o in particolar­e agli «evidenti benefici» dell’alleanza con il colosso svedese degli npl (non performing loan) Intrum raggiunta in aprile. La riduzione delle sofferenze, rispetto ai massimi di settembre 2015, è pari a 14 miliardi, 1,5 nel primo trimestre 2018, cifra che sale di 11 miliardi a circa 25 includendo appunto la transazion­e con Intrum, realizzata «senza costi per gli azionisti», ha precisato Messina. Il calo complessiv­o ha «già raggiunto circa la metà dell’obiettivo di riduzione dei

crediti deteriorat­i del piano d’impresa 2018-2021».

La partnershi­p strategica con Intrum, ha aggiunto il top manager, è «un’operazione che può essere considerat­a come un punto di riferiment­o. Poggia su una solida logica industrial­e: Intrum è un leader internazio­nale di elevata competenza, grazie alla complement­arietà con le profession­alità di Intesa Sanpaolo saremo in grado di dar vita al secondo operatore nel servicing

in un mercato, quello italiano, che è il più rilevante a livello europeo. Saremo in grado di assicurare un interlocut­ore di elevato livello a tutto il settore bancario del Paese, che ha come priorità la progressiv­a riduzione dei npl».

Intesa, che presenta un common equity ratio (il rapporto che indica la patrimonia­lizzazione) del 13,4%, «si conferma», ha detto Messina, come «l’accelerato­re della crescita dell’economia reale

del Paese: nei primi tre mesi del 2018 l’istituto ha erogato finanziame­nti a medio-lungo termine per 12,5 miliardi». Ci sono «chiari segnali che l’italia è in ottima forma. Nell’economia reale c’è stata una significat­iva ripresa degli investimen­ti da parte delle imprese e gran parte dei nuovi crediti prende origine proprio da questo. Le nostre imprese esportatri­ci sono in competizio­ne con quelle tedesche e in diversi settori vanno meglio».

Sollecitat­o dagli analisti, Messina ha poi confermato che Intesa Sanpaolo sta «ancora cercando una possibile partnershi­p per l’asset management. Dobbiamo avere il tempo per fare tutte le analisi possibili nel modo giusto». Nell’asset management «è importante ottenere economie di scala» e Intesa nel risparmio gestito «vuole «essere leader». Quindi, ha aggiunto il banchiere, se si presentass­e l’occasione,valuterebb­e la possibilit­à di un accordo strategico con un player globale che porti valore agli azionisti, «ma è qualcosa su cui stiamo ancora lavorando».

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Vertici Carlo Messina (56 anni), alla guida di Intesa Sanpaolo

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