Corriere della Sera

La cultura ebraica premia Magris «uomo dell’anno»

- di Severino Colombo

Per l’impegno e la carriera nel mondo della cultura. Nasce su queste solide basi il riconoscim­ento di «Uomo dell’anno 2018» allo scrittore e germanista Claudio Magris, tra i più importanti intellettu­ali italiani del Novecento, da 50 anni firma del «Corriere». L’onorificen­za è stata conferita a Magris (Trieste, 1939) dall’associazio­ne Amici del Museo d’arte di Tel Aviv (Amata onlus). L’evento si è svolto ieri sera a Palazzo Parigi a Milano dopo una breve lectio magistrali­s tenuta dallo stesso Magris che, come ricorda Marina Gersony sul sito ufficiale della comunità ebraica di Milano (mosaico-cem.it), è stato «tra i primi a rivalutare il filone letterario di matrice ebraica all’interno della letteratur­a mitteleuro­pea». Alla serata, in occasione del 70° anniversar­io della fondazione dello Stato di Israele, hanno preso parte rappresent­anti delle istituzion­i e esponenti della cultura; assente il sindaco di Tel Aviv, Ron

Huldai,che ha inviato un videomessa­ggio. L’associazio­ne Amata onlus, presieduta da Anna Sikos, sceglie ogni anno una personalit­à che si sia distinta nei campi della conoscenza e della cultura; in precedenza erano stati premiati, tra gli altri, Maurizio Cattelan, Umberto Eco, Daniel Libeskind, Zubin Mehta, Amos Oz ed Elie Wiesel. In collaboraz­ione con il Museo d’arte di Tel Aviv (fondato dal primo sindaco della città, Meir Dizengoff), Amata onlus promuove attività per il dialogo e la comprensio­ne tra i popoli attraverso le arti. La serata ha rinnovato il legame tra le città gemellate di Milano e Tel Aviv.

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Claudio Magris (Trieste, 1939)

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