Un cerchio da chiudere o un cerchio da aprire
Sulla carta non c’è storia: la Juventus ha vinto tutto (tranne la Champions), il nuovo Milan ancora niente. Allegri ha la bacheca piena, Gattuso invece ce l’ha desolatamente vuota (a parte una promozione in serie B con il Pisa). Ma la finale di Coppa Italia, rivincita della Supercoppa di Doha nel dicembre 2016, è meno scontata e banale di quanto
sembrerebbe a prima vista. Soprattutto rischia di diventare lo spartiacque di una nuova era. La Juve è la padrona incontrastata del nostro calcio e nel giro di quattro giorni, sempre nello stesso stadio, l’olimpico, vuole mettere al sicuro la quarta doppietta campionato-coppa Italia, come nessuno in Europa. Il Milan, invece, viene da una stagione altalenante, ha fallito l’assalto alla Champions e non ha ancora messo al sicuro neppure l’europa League. Portare a casa un trofeo annacquerebbe l’amarezza e scaccerebbe l’incubo del fallimento tecnico. Soprattutto darebbe forza a Gattuso, che nella prossima stagione, assieme alla sua squadra, ha l’obbligo di fare un salto di qualità. La Juve, invece, sembra al tramonto del suo ciclo d’oro, formidabile, irripetibile. Certo, ne può aprire un altro. Ma questa squadra è destinata a cambiare: Buffon smette, Allegri dovrebbe lasciare, Lichtsteiner e Asamoah se ne vanno con il contratto in scadenza, Mandzukic e Khedira sono pronti a divorziare. La rosa va rinfrescata e potenziata, sciogliendo in fretta alcuni enigmi a cominciare dal futuro di Dybala. L’esito della finale di Coppa Italia condizionerà l’estate di entrambe e potrebbe modificare i confini del nostro campionato. La regina sembra senza rivali e aspetta il ritorno di Milano. Ecco perché la partita di stasera va oltre se stessa. La Juve vuole chiudere il cerchio, il Milan aprirne uno nuovo.