Corriere della Sera

Ma per Gattuso un successo varrebbe di più

- di Mario Sconcerti

La Juve è migliore, ma il Milan ha buoni pensieri. C’è comunque una forte differenza di significat­o in questa finale di Coppa Italia. Per la Juve è una piccola storia di prestigio, per il Milan è quasi tutto, voltare pagina o non aver nemmeno iniziato. La Juve rispetta qualunque manifestaz­ione, ma è fatale stia pensando che domenica sarà comunque a festeggiar­e. Il Milan di Gattuso adora la propria umiltà e ha bisogno di una base. Credo la meriti anche. È diventata una buona squadra, tra qualche sbalzo di umore, ma una di quelle che promette di più. Le manca una pietra miliare, la certezza di esistere, di non tornare indietro. Questa diversità di scopi si avverte nell’aria umida di Roma, c’è meno sacralità nella Coppa che arriva dentro il campionato. Oggi vince chi ne ha più bisogno e non è la Juve. Credo che nessun milanista sarebbe titolare nella Juve, la differenza individual­e è netta come quella dell’età, quasi sei anni medi. Ma nel calcio lo scopo non è essere giovani, lo scopo è vincere. Questo viene da tempo meglio alla Juve. Però è un buon momento per incontrare la Juve. È un po’ stanca, è quasi sazia, se il Milan fa girare il gioco rapidament­e può darsi venga meno anche la voglia. Non è un pronostico, è una sensazione, di quelle che il calcio quando segue percorsi più sentimenta­li che tecnici. Forse perché Gattuso ne fa una questione di vita e Allegri parla da piccolo padrone, con la calma dell’abitudine a vincere. È comunque una bella finale, soprattutt­o una bella partita. Averla conquistat­a battendo Inter e Lazio è la cosa migliore della stagione del Milan. Aver insistito ha confermato la superiorit­à della Juve. Il resto è pioggia. Tanta.

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