Froome, troppo timido
Pensando ai giorni che mi aspettano, sono ottimista». Eppure radio corsa manda indicazioni di piccole crepe in formazione sullo strato di ceramica (se non qui, dove?) del favorito e la classifica, l’unica che non mente, parla di altri 17 secondi ceduti alla maglia rosa Rohan Dennis, bravo a difendersi a gomitate nel gran finale di Tim Wellens, belga svezzato dalle classiche delle Ardenne che in Sicilia ha trovato un po’ di casa.
Difeso dai gendarmi Sky in una tappa di forature, vento laterale e luce da film, sfiancato dalla rincorsa alla fuga a cinque che spedirà tutta la Wilier (tranne Mosca e Zardini) ai confini del tempo massimo, Froome è il fantasmino bianco che appoggia i piedi per terra appena dopo la linea del traguardo, bocca aperta e occhi spenti, senza trovare mai l’onestà di Tom Dumoulin (sempre staccato di 1’’ dalla leadership) che ammette: «Tappa difficile, sforzo bestiale: solo il team mi ha tenuto davanti». Dietro, intanto, succede di tutto: una caduta in coda al gruppo nell’imbuto della strada che si restringe all’improvviso salendo verso Caltagirone, con Valerio Conti solo (per poco) al comando; il mo chilometro mi ero posizionato male, perdere tempo fa parte delle corse. Abbiamo attraversato strade pericolose, la cosa davvero importante era non rimanere coinvolto in incidenti. Però mi sento meglio, le escoriazioni stanno guarendo, le sensazioni sono buone: credo che per la scalata dell’etna sarò a posto».
Rohan Dennis, il neofita in rosa sufficientemente saggio per non fidarsi di nessuno, si è fatto la sua idea di questo Froome uno, nessuno e centomila, sospeso tra il caso salbutamolo e un Giro appeso agli eventi tipo un panno ad asciugare. «Non mi convince — dice —, ho già visto Chris perdere secondi in arrivi come quello di oggi e poi rifilare ai rivali un minuto sulle montagne».
Gelido fuori e rovente dentro. Sorridente nei selfie con i tifosi siciliani e cupo in camera, pensando a come vendicarsi. Le due facce in una corsa che non gli ha mai portato fortuna (né a lui né a nessun corridore Sky) sono zavorra da trasportare in giro in bicicletta. L’insostenibile pesantezza dell’essere Froome troverà sull’etna il primo verdetto. dopo l’exploit primaverile alla Tirreno-adriatico dove ha staccato Nibali, Aru, Bardet e Froome. Fortissimo in salita (come rapporto peso/potenza non lo batte nessuno) deve ovviamente sopravvivere alla cronometro di Trento, che non sembra proprio tagliata per lui.
Poi, naturalmente, c’è Esteban Chaves, ieri risalito di sedici posizioni in classifica generale. Il simpaticissimo colombiano (secondo solo dietro a Nibali nel 2016) ha archiviato un 2017 disastroso e sembra guarito dai problemi al ginocchio che l’hanno tormentato nell’ultima stagione. Per tutti gli outsider —superato si spera senza danni il test del duro arrivo di oggi a Santa Ninfa — primo esame serissimo domani, all’ombra dell’etna.