Corriere della Sera

Froome, troppo timido

- 90 94 111 128 132 153 Gaia Piccardi Marco Bonarrigo

Pensando ai giorni che mi aspettano, sono ottimista». Eppure radio corsa manda indicazion­i di piccole crepe in formazione sullo strato di ceramica (se non qui, dove?) del favorito e la classifica, l’unica che non mente, parla di altri 17 secondi ceduti alla maglia rosa Rohan Dennis, bravo a difendersi a gomitate nel gran finale di Tim Wellens, belga svezzato dalle classiche delle Ardenne che in Sicilia ha trovato un po’ di casa.

Difeso dai gendarmi Sky in una tappa di forature, vento laterale e luce da film, sfiancato dalla rincorsa alla fuga a cinque che spedirà tutta la Wilier (tranne Mosca e Zardini) ai confini del tempo massimo, Froome è il fantasmino bianco che appoggia i piedi per terra appena dopo la linea del traguardo, bocca aperta e occhi spenti, senza trovare mai l’onestà di Tom Dumoulin (sempre staccato di 1’’ dalla leadership) che ammette: «Tappa difficile, sforzo bestiale: solo il team mi ha tenuto davanti». Dietro, intanto, succede di tutto: una caduta in coda al gruppo nell’imbuto della strada che si restringe all’improvviso salendo verso Caltagiron­e, con Valerio Conti solo (per poco) al comando; il mo chilometro mi ero posizionat­o male, perdere tempo fa parte delle corse. Abbiamo attraversa­to strade pericolose, la cosa davvero importante era non rimanere coinvolto in incidenti. Però mi sento meglio, le escoriazio­ni stanno guarendo, le sensazioni sono buone: credo che per la scalata dell’etna sarò a posto».

Rohan Dennis, il neofita in rosa sufficient­emente saggio per non fidarsi di nessuno, si è fatto la sua idea di questo Froome uno, nessuno e centomila, sospeso tra il caso salbutamol­o e un Giro appeso agli eventi tipo un panno ad asciugare. «Non mi convince — dice —, ho già visto Chris perdere secondi in arrivi come quello di oggi e poi rifilare ai rivali un minuto sulle montagne».

Gelido fuori e rovente dentro. Sorridente nei selfie con i tifosi siciliani e cupo in camera, pensando a come vendicarsi. Le due facce in una corsa che non gli ha mai portato fortuna (né a lui né a nessun corridore Sky) sono zavorra da trasportar­e in giro in bicicletta. L’insostenib­ile pesantezza dell’essere Froome troverà sull’etna il primo verdetto. dopo l’exploit primaveril­e alla Tirreno-adriatico dove ha staccato Nibali, Aru, Bardet e Froome. Fortissimo in salita (come rapporto peso/potenza non lo batte nessuno) deve ovviamente sopravvive­re alla cronometro di Trento, che non sembra proprio tagliata per lui.

Poi, naturalmen­te, c’è Esteban Chaves, ieri risalito di sedici posizioni in classifica generale. Il simpaticis­simo colombiano (secondo solo dietro a Nibali nel 2016) ha archiviato un 2017 disastroso e sembra guarito dai problemi al ginocchio che l’hanno tormentato nell’ultima stagione. Per tutti gli outsider —superato si spera senza danni il test del duro arrivo di oggi a Santa Ninfa — primo esame serissimo domani, all’ombra dell’etna.

 ?? (Valle del Belice) 415 m Poggioreal­e Vecchia 380 m Montevago Poggioreal­e
385 m 239 m Santa Margherita di Belice Partanna
430 m 405 m (Bettini) ?? Festa rosa La partenza della tappa nel centro di Catania: il Giro resta in Sicilia anche oggi e domani. Venerdì ci si sposta in Calabria
(Valle del Belice) 415 m Poggioreal­e Vecchia 380 m Montevago Poggioreal­e 385 m 239 m Santa Margherita di Belice Partanna 430 m 405 m (Bettini) Festa rosa La partenza della tappa nel centro di Catania: il Giro resta in Sicilia anche oggi e domani. Venerdì ci si sposta in Calabria

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