Per essere quello vero Si vede qualche crepa
Cede 17’’ a Dennis in rosa: «Sull’etna sarò a posto»
plotone compatto a 2 km dall’arrivo, lanciato a tutta nelle strade del centro storico, con la folla (tanti, tantissimi per il ritorno del Giro in Italia dopo la felice parentesi israeliana) vicina, troppo vicina (la maglia bianca Max Schachmann va dritto in curva tra il pubblico).
È un finale poco adatto a Froome ed Aru (altri 6” ceduti a Dennis: «Arrivo troppo esplosivo, non nelle mie caratteristiche: mi fido delle sensazioni e di come ho visto girare la squadra»), i due big che accusano di più il nervosismo della tappa che oggi da Agrigento alla Valle del Belice si ripeterà quasi in fotocopia.
È un Froome, fin qui, troppo timido per essere vero, anche se un certo attendismo fa parte del suo carattere. La caduta nella ricognizione della crono di Gerusalemme gli ha lasciato ferite su gomito e ginocchia, Caltagirone secondi pesanti sullo stomaco, come una cassatina digerita male. Eppure non fa un plissé, la maschera resiste: «Nell’ulti-
Tappa a Wellens Succede di tutto nella prima tappa siciliana, tra folla, spettacolo e cadute: vince Wellens
(ha conquistato un oro mondiale dell’inseguimento a squadre), è pronto per esplodere. Sponsorizzato da Ivan Basso («In un grande giro Davide può e deve salire sul podio») c’è il veronese Davide Formolo detto Formolino per via degli appena 60 chili distribuiti in un metro e 81. A 25 anni il capitano della Borahansgrohe ieri ha fatto un bel balzo in avanti in classifica (ora è 12°, a soli 20 secondi dal podio) ed è in fase di crescita Stoccata
Il belga Tim Wellens, 26 anni, vince in volata la quarta tappa del Giro d’italia, la Cataniacaltagirone (Lapresse)