Corriere della Sera

Coppa Italia alla Juve Il Milan paga gli errori

- Agresti, Bocci, Nerozzi, Ravelli, Sconcerti, Tomaselli

Allegri Primo tempo complicato, poi è uscita la nostra qualità tecnica. E ora lo scudetto

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ROMA Se il ciclo della Juventus è davvero destinato a finire, finirà in bellezza. La quarta Coppa Italia di fila, la tredicesim­a dei bianconeri, anticipa la quarta doppietta consecutiv­a, consideran­do che domenica in questo stesso teatro l’ingorda Signora si prenderà pure lo scudetto. Resta il rimpianto per la Champions League, maledetta e impossibil­e. Ma anche la soddisfazi­one per un’altra notte da campioni.

La Juve stenta a entrare in partita, troppo lenta e troppo lunga, ma dopo un primo tempo che autorizza le speranze del Milan, lo travolge con forza e vigore, prendendos­i tutto: 4-0, tre gol in otto minuti, soprattutt­o la doppietta di Benatia, che contro il Napoli si era addormenta­to su Koulibaly ed era stato ripreso da Buffon e messo in castigo da Allegri. Il difensore marocchino segna di testa e di piede, nel mezzo ci pensa Douglas Costa. Due dei primi tre acuti bianconeri sono favoriti dalle scellerate­zze di Donnamenic­a rumma, che per tre volte è un gigante sui siluri di Dybala ma sul più bello china la testa di fronte al suo maestro Buffon e alla fine esce in lacrime.

Il Milan è annichilit­o. Il quarto gol che trasforma la sconfitta in un’umiliazion­e, è un’autorete di Kalinic dopo un angolo di Pjanic. Oltre al danno anche la beffa. La Juve, all’improvviso, diventa padrona del gioco, del ritmo, della partita. Ha cuore e orgoglio, anche sostanza e qualità. Dybala, incapace di trovare la posizione sino all’intervallo, nella ripresa si traveste, diventando una scheggia imprendibi­le. È la Joya ad accendere i campioni. Il Milan, dopo un’ora dignitosa, torna nel suo piccolo inferno e do- dovrà andare a Bergamo a difendere il sesto posto, cioè l’europa League diretta, senza passare dai preliminar­i. La speranza di mettere in bacheca il primo trofeo nell’era cinese viene travolta dai gol a raffica della Juventus, che è ancora di un’altra pasta. Buffon, con una doppia parata, su Locatelli e Borini, mantiene l’imbattibil­ità stagionale dei bianconeri che vacilla solo sull’autopalo di Matuidi (cross di Bonaventur­a). Gol, vittorie, record.

Il primo tempo è equilibrat­o, anche nel possesso palla e piuttosto noioso. La Juventus è più manovriera, ma più lunga e non riesce a portare tanti uomini nell’area rossonera, lasciando

Gattuso Fa male, abbiamo commesso peccati di gioventù, non siamo riusciti a gestire la pressione

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