Corriere della Sera

Di Maio si prepara alla trattativa «Una soluzione entro il 20 maggio»

Il leader pensa a un governo che «duri 5 anni». I malumori della minoranza

- di Emanuele Buzzi

MILANO Solo il primo passo di una strada ancora lunga. I Cinque Stelle incassano il via libera di Silvio Berlusconi a un esecutivo «legastella­to» invocando ancora «prudenza». Il percorso è ancora irto di ostacoli e i tempi sono brevi. La nuova campagna elettorale — il cui avvio era fissato per oggi a Parma e Imola — è slittata. Luigi Di Maio rimarrà a Roma per iniziare finalmente quel tavolo per la creazione di un esecutivo. Le indiscrezi­oni parlano di frizioni sul nodo di Palazzo Chigi, ma il capo politico del Movimento in serata nega. «Smentisco categorica­mente litigi» sulla premiershi­p, precisa Di Maio. E aggiunge: «Questo è il gioco di chi vuole sabotare la formazione di un governo Legam5s». Tuttavia il nodo sul presidente del Consiglio sarà centrale. «La Lega non potrà pretendere la premiershi­p», dicono nell’inner circle del Movimento, ribadendo implicitam­ente che la discussion­e non sarà in discesa. «Decidiamo insieme un premier terzo», dice il leader M5S.

Proprio per evitare tensioni nell’avviare il tavolo con il Carroccio, i Cinque Stelle puntano a una scansione diversa: prima i temi, l’accordo da siglare tra le parti, poi i nomi. E proprio per ultimo quello del candidato premier. Sul tavolo tornano con prepotenza quattro argomenti: aiuti alle imprese e alle famiglie, reddito di cittadinan­za, sicurezza e abolizione della legge Fornero. Un poker di argomenti, che andrà analizzato nei dettagli. Il conflitto di interessi? «Noi non abbiamo dato nessuna garanzia e non la daremo», dicono nel Movimento. L’idea — in ogni caso — è quella di sciogliere i nodi in tempi brevissimi, prima del 20 maggio, in modo da poter lasciare aperta l’eventualit­à di un voto estivo.

Tuttavia, Di Maio ostenta sicurezza e parla di un «governo di cinque anni», un esecumaio tivo che duri tutta la legislatur­a. La strategia è quella del «passo dopo passo». Ma il puzzle è molto complicato. Se è vero che tutti gli attori principali nascondono le carte e dicono che è «prematuro parlare di nomi» è altrettant­o vero che iniziano a filtrare ipotesi più o meno concrete e opzioni «da bruciare». E anche sul premier ci sarà una discussion­e di merito: una parte dei Cinque Stelle, dopo aver insistito a lungo sulla necessità di un presidente del Consiglio eletto, preferireb­be una personalit­à politica.

La svolta che spalanca le porte a un possibile governo arriva dopo altre ventiquatt­ro ore sul filo del rasoio tra fiammate, accelerazi­oni e impuntatur­e. L’apertura arriva di primo mattino, quando Di ammorbidis­ce la sua posizione sul leader di Forza Italia. «Non è un veto su Berlusconi; è una volontà di dialogare con la Lega. Punto». Parole attese in ambienti azzurri che cambiano il verso della giornata. Il vertice con Salvini a mezzogiorn­o (durato otto minuti) serve solo a sancire la richiesta al Colle (anche se sottotracc­ia si registrano le prime tensioni). Il pomeriggio è solo attesa, con la minaccia velata — annunciata verso le 16 — di iniziare il tour elettorale.

L’ala governista rimane in silenzio (almeno ufficialme­nte), gli ortodossi vivono invece il passaggio con qualche travaglio in più. Nei falchi il matrimonio con la Lega suscita qualche mal di pancia, tuttavia i malumori restano celati. Anzi, proprio uno dei principali esponenti dell’ala

Faccia a faccia

Sul tavolo con la Lega il leader vuole 4 temi, dal reddito di cittadinan­za agli aiuti alle imprese

ortodossa, Carlo Sibilia, ex membro del direttorio, applaude alla nuova fase: «È il momento di fare le cose per bene in nome del popolo italiano». Mentre Pietro Dettori, uno dei soci dell’associazio­ne Rousseau, commenta via Twitter a suo modo l’evoluzione degli eventi. «Gutta cavat lapidem», «la goccia perfora la pietra». «Vedremo, vedremo. Bisogna rimanere con i piedi per terra», ribadisce più di un parlamenta­re. Una giornata forse «storica» per il Movimento si è appena conclusa, ma tra i Cinque Stelle sembra prevalere ancora l’incertezza. E qualcuno si lascia andare: «Domani è un altro giorno», ma le chance di un governo con il Carroccio ora sembrano più concrete.

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Montecitor­io Luigi Di Maio, 31 anni, ieri alla Camera riunita in seduta comune per eleggere un giudice della Consulta e due componenti del Csm

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