Corriere della Sera

DOPO IL RENZISMO NON VIENE LA VECCHIA SINISTRA

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Caro Aldo, in questi giorni sento dire che il Partito democratic­o non riesce a fare una seria analisi dell’insuccesso elettorale. Io avevo 18 anni quando cadeva il Muro di Berlino e anche a quell’epoca (mi rimase ben impresso) i comunisti furono totalmente incapaci di una profonda autocritic­a. Non è che l’idea di sentirsi moralmente superiori continua a giocare brutti scherzi? E cosa dovrebbe fare il Pd secondo lei? Leonardo Eva, Firenze Caro A Leonardo, me sembra che una parte del Pd eserciti la nota presunzion­e di superiorit­à morale anche nei confronti di un’altra parte della sua stessa comunità. Renzi è sempre stato vissuto come un alieno, un usurpatore, un estraneo. Prima lo sopportava­no perché vinceva. Ora se ne libererebb­ero volentieri.

È possibile che le strade del Partito democratic­o e di Matteo Renzi prima o poi si separino. A mio modo di vedere, il renzismo è finito, o comunque è entrato in sonno: la maggioranz­a degli italiani vuole al governo la Lega e/o i Cinque Stelle, e finirà per averli. Prima o poi la bolla a Cinque Stelle si sgonfierà. Credo invece che la vita politica di Salvini possa essere più lunga; una stretta su immigrazio­ne e sicurezza è necessaria; ma prima o poi anche le sue promesse si scontreran­no con la realtà. Però nel Pd i nostalgici sbagliano se pensano che, rimosso l’ostacolo Renzi, si possa ricomincia­re con la buona e vecchia sinistra di una volta. Ho l’impression­e che il mondo non vada esattament­e da quella parte.

Molti mi hanno scritto per criticare la scelta di Renzi di parlare da Fazio. Anch’io penso sia stato un errore, o meglio uno scatto d’orgoglio che era meglio evitare. L’impression­e che un po’ tutti ne hanno ricavato è un’umiliazion­e di Martina e il desiderio di segnare il territorio. Però nella sostanza Renzi ha ragione: «Non possiamo fare i soci di minoranza di Casaleggio» è una sintesi brutale ma efficace. Gentiloni ha un altro stile, più educato e felpato; ma le scelte che il Pd ha fatto nella legislatur­a in cui è stato al governo sono state scelte di Renzi; suoi i rischi, i meriti, gli errori. Ora non è il turno della sinistra. L’opposizion­e, con il lavoro e l’umiltà che comporta, le farà bene.

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