Il gioco dell’oca dei pensionati per pagare le tasse
Ho un’anziana mamma pensionata che ha il «vizio» di presentare la dichiarazione dei redditi per la quale serve la certificazione dell’inps. In passato il certificato dei redditi arrivava a casa per posta, ora non più. Allora siamo ricorsi al ritiro del certificato, con delega, negli uffici postali, ma un impiegato della Posta Prati di Roma mi ha detto che il servizio non è più disponibile. Quindi nuovo cambio della «strategia d’attacco»: o porto mia mamma — con carrozzina, badante, ossigeno e così via — in un ufficio Inps con file di ore, oppure ricorriamo alla meravigliosa tecnologia che tutto risolve. Per richiedere il certificato si può telefonare al numero verde o interrogare il sito dell’inps, ma serve il famigerato Pin che nessuno mai ricorda. Noi lo ricordavamo, ma scade ogni 6 mesi ed era scaduto. Quindi andiamo sul sito Inps per la revoca del vecchio Pin, la richiesta del nuovo, l’inserimento dei dati personali e numerosissimi altri passaggi. L’assurdo gioco dell’oca finirà solo quando mezzo Pin arriverà per email e mezzo per posta. E si potrà chiedere — sempre tramite web con Pin, password, tessera sanitaria, email ecc. — la certificazione dei redditi di una signora di 87 anni! Chiedo al signor Boeri, crede davvero che così si aiuti il cittadino? Non pensa che si complichi la vita di tutti, specie dei più fragili (e dei figli dei più fragili)?