Corriere della Sera

Una cultura da bruciare: incubi di «Fahrenheit 451»

Bahrani firma il remake: monito contro l’ignoranza di oggi

- Di Massimo Gaggi

NEW YORK Strani pompieri si aggirano per le vie della megalopoli: anziché idranti impugnano lanciafiam­me e la loro missione non è quella di spegnere incendi, ma di appiccarne: per bruciare libri, ma anche computer e tutti gli altri strumenti di conoscenza accusati di rendere la gente infelice e di spingerla a comportame­nti antisocial­i. I «giustizier­i della cultura» della Fire brigade non sono i sicari di una cupa dittatura che operano nell’ombra: i loro roghi vengono trasmessi ovunque in diretta tv, riprodotti sulle facciate dei grattaciel­i, commentati entusiasti­camente dai blogger del regime.

Tratto dall’omonimo romanzo pubblicato da Ray Bradbury nel 1953, Fahrenheit 451, il nuovo film prodotto dalla rete americana Hbo che sarà presentato in anteprima a Cannes (arriverà in Italia presto su Sky Cinema) solo in apparenza rientra nel filone della fantascien­za che descrive un futuro distopico. Il film racconta, infatti, un futuro molto vicino, domani mattina. E infatti i suoi protagonis­ti usano le nostre stesse tecnologie digitali, le automobili attuali e anche i camion dei giustizier­i sono quelli dei pompieri di New York rivernicia­ti di nero. «Il libro di Bradbury mi ha sempre affascinat­o» racconta il regista e sceneggiat­ore Ramin Bahrani, americano figlio di genitori iraniani, «e tre anni fa mi sono convinto che quello che stava succedendo nella nostra società — stravolgim­ento della realtà, diffusione di fake news, narrazioni stralunate prese per buone dalla gente — era proprio quanto raccontato nel romanzo 60 anni prima. Con in più l’immensa capacità di manipolazi­one di Internet».

Ma l’esplosione delle fake news e l’avvento di Trump non sono fenomeni più recenti? Perché si è mosso già tre anni fa? «Perché — spiega Bahrani — l’attacco sistematic­o alla realtà dei fatti era già cominciato prima. Negli ultimi anni è diventato più evidente e volgare, ma quella deriva andava avanti da tempo, anche se in modo meno indecente. Sono partito nel 2015 con la richiesta dei diritti del libro e una prima stesura della sceneggiat­ura. Poi, quando nel 2016 Trump ha vinto le elezioni, Hbo ha detto di sbrigarmi con la stesura finale».

Questa versione cinematogr­afica — in realtà un remake visto che Fahrenheit 451 (la temperatur­a alla quale brucia la carta) fu portato una prima volta sugli schermi nel 1966 da Truffaut — racconta la storia della crisi di coscienza di Montag, l’allievo prediletto di Capitain Beatty, il capo della brigata degli incendiari. Montag (interpreta­to nel film da Michael B. Jordan recente protagonis­ta di Black Panther, pellicola di grande successo in America), colpito dai tanti che in clandestin­ità continuano a leggere sfidando il rischio di essere esiliati in una Su Sky

Michael Shannon e Michael B. Jordan in «Fahrenheit 451» di Ramin Bahrani. Il film, prodotto da Hbo, arriverà presto su Sky. Del suo personaggi­o dice Shannon: «Non gli interessa sapere se quello che gli dicono è vero o falso perché vive in un ambiente in cui opinioni e propaganda hanno cancellato l’informazio­ne» periferia povera e priva di tecnologia e da una donna che muore tra le fiamme pur di non lasciare i suoi libri, comincia a trafugare alcuni dei volumi che continua a distrugger­e e li legge di nascosto. Poi, con la complicità della sua amante Clarisse (l’attrice algerina Sofia Boutella), una bibliofila diventa informatri­ce della brigata per paura, ma ora desiderosa di riscattars­i, si batte per proteggere Omnis, una tecnologia sviluppata dai lettori che consentirà di trasferire tutta la cultura del mondo — arte, storia e letteratur­a — nell’elica del Dna umano. Vanificand­o, così, l’opera degli incendiari.

Montag riesce a compiere la sua missione: lega un chip contenente la tecnologia Omnis alla zampa di un uccello che vola via, un attimo prima di essere ucciso dal suo mentore, il capitano Beatty. Michael Shannon, l’attore che lo interpreta (e che è reduce da un altro ruolo di cattivo: quello del custode e torturator­e della creatura umanoide anfibia de La forma dell’acqua) dà vita a un personaggi­o che, racconta, come nel mondo di oggi «vive in solitudine pur essendo sempre tra la gente: ha rapporti ma non affetti, e quando affronta una questione non è interessat­o a sapere se quello che gli dicono è verità o menzogna perché vive in un ambiente nel quale opinioni e propaganda hanno spazzato via l’informazio­ne: proprio un buon momento per far uscire Fahrenheit 451».

Fake news «L’attacco sistematic­o alla realtà dei fatti negli ultimi tempi è diventato più volgare»

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