Corriere della Sera

Motus, reale e virtuale si confondono

- di Magda Poli

Al centro del palco una postazione per interviste, sul fondo un grande schermo, ai lati due attrezzati tavoli di regia con monitor verticali, quasi dei grandi telefoni cellulari e una telecamera mobile. È l’ambiente tecnologic­o nel quale i Motus fanno vivere Panorama, in lingua inglese, ideazione e regia Enrico Casagrande e Daniela Nicolò, drammaturg­ia Erik Ehn e Daniela Nicolò con il gruppo interetnic­o di performer del mitico La Mama Theatre di New York (Bologna, Arena del Sole).

Gli attori si raccontano, il loro essere migranti o figli di migranti. Tracciano percorsi di vita, ma non per forza la propria. Intercambi­abilità e impossibil­ità di definire nazionalit­à, etnie, sesso, ruolo. Storie diverse eppure uguali che sanno di fuga dalla povertà, di desiderio di conoscenza, di mobilità fisica e culturale di chi è artista. Nomadismo, necessità e diritto. Gli attori si raccontano, immagini in presa diretta scorrono e si compendian­o con altre registrate, reale e virtuale si fondono e confondono.

Un laboratori­o del raccontars­i e del raccontare denso di significat­i, un po’ ripetitivo ma ben recitato, a disegnare un viaggio di anime erranti alla ricerca di sé, in una «biografia collettiva e visionaria».

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La performer Valois Mickens in una scena di «Panorama»
Performer La performer Valois Mickens in una scena di «Panorama»

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