Corriere della Sera

Intesa su reddito e flat tax

Il programma di Di Maio e Salvini. Sì a un premier terzo, spunta Massolo

- Dino Martirano

Reddito di cittadinan­za, superament­o della legge Fornero, minibot, flat tax, riduzione dei costi della politica, contrasto all’immigrazio­ne clandestin­a. L’intesa programmat­ica tra Cinque Stelle e Lega va avanti. Si ragiona anche sulle caselle da riempire per un possibile governo. Ma qui la situazione è un po’ più complicata. L’orientamen­to è quello di presentare al presidente Mattarella un «premier terzo», ma il nome non c’è ancora anche se i giallo-verdi sembrano convergere su Giampiero Massolo. Il presidente della Repubblica ieri ha avvertito: sovranismo inattuabil­e. E ha difeso l’euro.

I due leader si sono visti di buon mattino alla Camera anche per metabolizz­are il «fatto nuovo» intervenut­o mercoledì sera, quando Silvio Berlusconi ha dato il via libera al governo giallo-verde ponendo comunque condizioni. «Quello del Cavaliere è stato un atto di responsabi­lità», hanno convenuto.

E così Luigi Di Maio ha ricevuto Matteo Salvini nel suo ufficio di Montecitor­io e insieme hanno buttato giù un cronoprogr­amma che presto dovrebbe portare, se non si verificano incidenti di percorso, alla nascita del primo esecutivo della storia della Repubblica a trazione sovranista e populista temperato, però, da un «premier terzo né della Lega né del M5S». E per fare questo, Di Maio e Salvini hanno chiesto altri 3 giorni di tempo al capo dello Stato.

Domani — dopo la prima riunione fiume di ieri alla quale hanno partecipat­o anche i due vice, il grillino Vincenzo Spadafora e il leghista Giancarlo Giorgetti — dovrebbe essere messo a punto il «contratto di programma». Domenica, poi, il «pacchetto completo», con la lista dei 20 ministri, verrebbe anticipato al capo dello Stato che già nei primi giorni della prossima settimana potrebbe conferire l’incarico.

Sui «temi», Di Maio e Salvini hanno scritto una nota congiunta a fine giornata per comunicare che tra il M5S e la Lega «sono emersi numerosi punti di convergenz­a programmat­ici». Eccoli: «Superament­o della legge Fornero, sburocrati­zzazione e riduzione di leggi e regolament­i, reddito di cittadinan­za, misure per il recupero fiscale in favore dei contribuen­ti in difficoltà, studio sui minibot, flat tax, riduzione costi della politica, lotta alla corruzione, contrasto alla immigrazio­ne clandestin­a, legittima difesa». Ma nonostante lo zelo nell’esporre il «programma comune», le difficoltà già insorgono: nella «nota congiunta» diffusa dalla Lega non c’è nulla sulla legge sul conflitto di interessi, indigesta per Forza Italia, che invece Spadafora (dopo un primo tentenname­nto di Di Maio all’ora di pranzo) dà per sicura nel testo del contratto di governo. E anche sui cavalli di battaglia usati in campagna elettorale, gli esperti giallo-verdi si muovono con i piedi di piombo: «C’è stata un reciproca apertura sui temi centrali», ha detto il grillino Alfonso Bonafede. Si cercano, dunque, i «margini di compatibil­ità» tra introduzio­ne della flat tax e reddito di cittadinan­za che, precisa il M5S, sarà una misura «non assistenzi­ale» ma legata al lavoro e che in ogni caso avrebbe un orizzonte temporale lungo e potrebbe arrivare solo nel 2019. L’ altro rebus (che terrebbe Salvini ben lontano dal Viminale) è quello dell’espulsione dei clandestin­i promessa dalla Lega che comportere­bbe il finanziame­nto del più grande ponte aereo della storia dell’aviazione.

Luigi Di Maio dà atto che «ci vuole pazienza davanti al l’unione di due programmi non sempre compatibil­i». Bisognerà vedere se la pazienza ce l’avrà anche Matteo Salvini che ieri ha «postato» una sua foto davanti a una ruspa: «Stiamo lavorando per voi». Non a caso Gianni Letta, il consiglier­e più prezioso di Berlusconi, parla di «giorni difficili» e invia «gli auguri a tutti e al Paese per quello che ci attende».

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