È un vorrei ma non posso meglio puntare la sveglia
Hanno la stessa espressione da sala d’attesa del dentista. Stilisticamente danno la sensazione di non essere qui per vincere il Giro, ma per piegare in due quello stramaledetto telaio che non ne vuole sapere. Provano tutte le posizioni come nel libro antico dell’eros, senza trovarne mai una giusta. Questo, finora e soprattutto sull’etna, è il grande duello del Giro 2018: Froome e Aru, i due poli della nuova rivalità, duellano ad armi pari sul filo della batosta. Partiti per vincere, stanno solo cercando di non perdere. È vorrei ma non posso. Pensare in grande e pedalare in piccolo. Palla in tribuna e speriamo nella ripresa. Sempre in affanno, sempre in apnea, sempre a rosicare. Più di una corsa, è una disperata rincorsa. Non è la prima volta che i big della vigilia sono little nelle tappe iniziali. I possenti motori diesel hanno bisogno di scaldarsi bene. Vengono fuori sulle lunghe percorrenze. Soltanto un paio d’anni fa, Nibali fu un vero schifo per due settimane e mezza, poi in due tappe finali fece il capolavoro, cose che voi umani non potreste nemmeno immaginare. Può succedere anche ad Aru e Froome. Ci stanno lavorando. Ma al momento sono i campioni in sonno del Giro. Non è una tragedia. Basta che abbiano puntato la sveglia. A un certo punto, è ora di saltar fuori. Novità
I nuovi specchietti della Ferrari, attaccati all’halo anziché al telaio. In alto Sebastian Vettel (Lapresse, Epa) scoperto di essere così competitivi ci ha reso felici: abbiamo avuto la possibilità di vincere tutti e quattro i Gp». Il sorpasso subito da Lewis Hamilton in testa al Mondiale non lo turba, quattro punti sono uno scarto minimo e anche nel weekend spagnolo la Ferrari si presenta come la monoposto da battere. Ma in una lotta «così ravvicinata» e a tre, con Mercedes e Red Bull, «sono i dettagli a fare la differenza». Umani, tattici, ma soprattutto tecnici. Come gli «specchietti magici» di «Loria», ora attaccati all’halo anziché al telaio.
È la novità più vistosa esibita dalla Rossa, ma non l’unica visibile: c’è anche un’ala anteriore inedita. Interpretando gli ultimi dettami della Federazione,