«Reddito? Disposti a ragionare Bisogna fare la legge elettorale»
ROMA «Non c’è alcun preconcetto: Forza Italia valuterà lunedì se dare o meno la fiducia al nuovo governo. Lo faremo sulla base dei programmi e dei nomi».
Giovanni Toti, governatore della Liguria, con la sua «benevolenza critica» ha aperto all’asse Lega-movimento 5 Stelle. Ospite di Corrierelivela telefonata, spiega: «Questo governo non è quello uscito dalle urne. Con una legge elettorale vera il centrodestra sarebbe al comando. Per non tornare alle urne a luglio con pinne e maschera, noi responsabilmente abbiamo detto a Salvini e Di Maio di provarci. Questo non vuol dire che siamo d’accordo: i Cinque Stelle sono lontani anni luce da noi»
Scommette sulla fiducia, insomma?
«Sono prudente. La posizione definitiva di Forza Italia dipenderà dal programma di governo, dalle priorità e dalle figure ministeriali e dal premier che ci proporranno».
Deciderete sui singoli temi?
«Un governo a guida leghista è qualcosa di ben diverso da uno grillino. Se le priorità sono il lavoro e la fiscalità è un passo in avanti. Però bisogna vedere che accordo esce su temi come sicurezza, immigrazione e legittima difesa. E poi bisogna capire nel dettaglio le ventilate e arzigogolate leggi su appalti e cantieri che io, da governatore, vedo già bloccati».
L’alleanza di centrodestra sopravviverà al governo?
«Lo vorrei sentire dagli amici della Lega. Dobbiamo dire chiaramente che questo è un governo che diamo al Paese perché il Paese ne ha bisogno, ma che la coalizione non si spacca e anzi va avanti nel tempo. E un’altra cosa: insieme va cambiata la legge elettorale che ha dato risultati scabrosi. Dobbiamo permettere ai cittadini di scegliere davvero da chi essere governati e magari anche chi sarà in Parlamento».
Se il governo penta-leghista proponesse la flat tax in cambio di un sì al reddito di cittadinanza, accettereste?
«Sono sicuro che Forza Italia sarebbe disposta a ragionare su un programma economico che tiene conto dei più deboli e dà un po’ di competitività al Paese abbassando le tasse a imprese e famiglie. Attenzione però…»
Si riferisce per casi ai conti?
«Certamente. Stiamo parlando di molte e molte decine di miliardi di euro all’anno sommando insieme clausole di salvaguardia, riforma della legge Fornero, riduzione della pressione fiscale e reddito di cittadinanza anche in forma affievolita».
Non sembra però contrario al reddito di cittadinanza?
«Se significa rivedere gli ammortizzatori sociali che esistono ma non funzionano puntando sulla formazione, direi che è un tema doveroso da affrontare. Però vediamo se possiamo permettercelo. Io non credo che sia possibile fare tutto insieme: non sappiamo nemmeno dove trovare 15 miliardi per evitare l’aumento dell’iva».
Ha visto il film di Sorrentino su Berlusconi?
«No, vado poco al cinema. Ma chi l’ha visto dei miei collaboratori mi ha detto che non si è divertito molto e non perché denigri Berlusconi. Uso lo stessa benevolenza critica: quando lo vedrò darò il mio giudizio».
Lei che è in contatto diretto con Berlusconi lo può dire: è arrabbiato, si sente sconfitto?
«No, è preoccupato per le sorti degli italiani e per un governo i cui risultati sono tutti da valutare. Ma il senso di responsabilità prevale».
Io vorrei che gli amici della Lega dicessero chiaramente che la coalizione non si spacca e va avanti nel tempo