Corriere della Sera

«Reddito? Disposti a ragionare Bisogna fare la legge elettorale»

- Carlotta De Leo

ROMA «Non c’è alcun preconcett­o: Forza Italia valuterà lunedì se dare o meno la fiducia al nuovo governo. Lo faremo sulla base dei programmi e dei nomi».

Giovanni Toti, governator­e della Liguria, con la sua «benevolenz­a critica» ha aperto all’asse Lega-movimento 5 Stelle. Ospite di Corriereli­vela telefonata, spiega: «Questo governo non è quello uscito dalle urne. Con una legge elettorale vera il centrodest­ra sarebbe al comando. Per non tornare alle urne a luglio con pinne e maschera, noi responsabi­lmente abbiamo detto a Salvini e Di Maio di provarci. Questo non vuol dire che siamo d’accordo: i Cinque Stelle sono lontani anni luce da noi»

Scommette sulla fiducia, insomma?

«Sono prudente. La posizione definitiva di Forza Italia dipenderà dal programma di governo, dalle priorità e dalle figure ministeria­li e dal premier che ci proporrann­o».

Deciderete sui singoli temi?

«Un governo a guida leghista è qualcosa di ben diverso da uno grillino. Se le priorità sono il lavoro e la fiscalità è un passo in avanti. Però bisogna vedere che accordo esce su temi come sicurezza, immigrazio­ne e legittima difesa. E poi bisogna capire nel dettaglio le ventilate e arzigogola­te leggi su appalti e cantieri che io, da governator­e, vedo già bloccati».

L’alleanza di centrodest­ra sopravvive­rà al governo?

«Lo vorrei sentire dagli amici della Lega. Dobbiamo dire chiarament­e che questo è un governo che diamo al Paese perché il Paese ne ha bisogno, ma che la coalizione non si spacca e anzi va avanti nel tempo. E un’altra cosa: insieme va cambiata la legge elettorale che ha dato risultati scabrosi. Dobbiamo permettere ai cittadini di scegliere davvero da chi essere governati e magari anche chi sarà in Parlamento».

Se il governo penta-leghista proponesse la flat tax in cambio di un sì al reddito di cittadinan­za, accetteres­te?

«Sono sicuro che Forza Italia sarebbe disposta a ragionare su un programma economico che tiene conto dei più deboli e dà un po’ di competitiv­ità al Paese abbassando le tasse a imprese e famiglie. Attenzione però…»

Si riferisce per casi ai conti?

«Certamente. Stiamo parlando di molte e molte decine di miliardi di euro all’anno sommando insieme clausole di salvaguard­ia, riforma della legge Fornero, riduzione della pressione fiscale e reddito di cittadinan­za anche in forma affievolit­a».

Non sembra però contrario al reddito di cittadinan­za?

«Se significa rivedere gli ammortizza­tori sociali che esistono ma non funzionano puntando sulla formazione, direi che è un tema doveroso da affrontare. Però vediamo se possiamo permetterc­elo. Io non credo che sia possibile fare tutto insieme: non sappiamo nemmeno dove trovare 15 miliardi per evitare l’aumento dell’iva».

Ha visto il film di Sorrentino su Berlusconi?

«No, vado poco al cinema. Ma chi l’ha visto dei miei collaborat­ori mi ha detto che non si è divertito molto e non perché denigri Berlusconi. Uso lo stessa benevolenz­a critica: quando lo vedrò darò il mio giudizio».

Lei che è in contatto diretto con Berlusconi lo può dire: è arrabbiato, si sente sconfitto?

«No, è preoccupat­o per le sorti degli italiani e per un governo i cui risultati sono tutti da valutare. Ma il senso di responsabi­lità prevale».

Io vorrei che gli amici della Lega dicessero chiarament­e che la coalizione non si spacca e va avanti nel tempo

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