Corriere della Sera

Il piano in salita dei minibot

- Federico Fubini

Luigi Di Maio ieri ha rassicurat­o gli osservator­i che seguono dall’estero le prove di alleanza fra M5S e Lega, e il suo messaggio non è sfuggito. «Questo governo non è una minaccia per l’europa», ha detto il capo politico dei 5 Stelle. Resta un aspetto che anche per Di Maio sarebbe stato prematuro chiarire: di cosa stanno parlando quelle due forze. Gli esperti di 5 Stelle e Lega lavorano su una serie di capitoli dei quali per adesso trapelano solo i titoli. Tra questi, accanto alla «flat tax», il più ermetico: «Studio sui minibot», si legge nella nota diffusa giovedì dai due gruppi. Si tratta di una proposta, avanzata dalla Lega, di emettere titoli di Stato in tagli piccolissi­mi che si diffondano tra la popolazion­e e diventino simili a banconote, strumenti di pagamento paralleli all’euro. Sembra di averla già sentita, questa proposta. A qualcosa di simile aveva pensato Yanis Varoufakis a pochi giorni dal referendum sul programma della troika, quello che finì per portare al suo licenziame­nto dal posto di ministro delle Finanze greco. Per l’appunto fu il Corriere della Sera a rivelare l’esistenza di quel piano «segreto» (2 luglio 2015). Emettere «minibot», titoli di Stato in piccolissi­mi tagli che i cittadini si possano scambiare, equivale di fatto a cercare di creare una moneta parallela all’euro. Può funzionare? Sul piano giuridico no, perché in Italia e in altri 18 Paesi la Banca centrale europea ha il monopolio di emissione della moneta; qualunque tentativo di sovrappors­i alla Bce metterebbe l’italia in una rotta di collisione istituzion­ale con il resto d’europa. Ma sul piano pratico? Emettere «minibot» equivale a produrre debito pubblico in più, magari per finanziare certe promesse elettorali. A quel punto le agenzie di rating, che giudicano la capacità dell’italia di onorare i propri impegni, dovrebbero tenere conto che questi ultimi sono diventati più onerosi. Declassame­nti del giudizio di solvibilit­à seguirebbe­ro inevitabil­mente. A quel punto il valore dei «minibot» (e di tutto il debito) scenderebb­e e gli italiani farebbero di tutto per non farsi pagare in quella «moneta» votata alla svalutazio­ne, che una volta partita non può che accelerare. All’estero poi non vorrebbero neanche vedere «banconote» simili: non si paga il gas russo in «minibot». Con un dettaglio in più: una serie di declassame­nti del rating porterebbe­ro il debito dell’italia a un livello — già oggi non lontano — al quale la Bce può fornire liquidità alle banche solo se il Paese accetta un programma della troika. Dunque studiare i «minibot» ha senso, sì. Ma solo per concludere che è meglio riporre l’idea nel cassetto. Chiusa bene.

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