«Proclami illusori, no all’italia fuori strada»
Gentiloni difende le scelte rispetto alla Ue. L’appello di Draghi: riforme strutturali per la crescita
FIRENZE Il governo M5s-lega «non è una minaccia per l’europa». Il leader grillino Luigi Di Maio prova a spegnere le polemiche sull’impronta antieuropeista dell’esecutivo su cui sta lavorando insieme con Matteo Salvini. Anche ieri sono giunti appelli perché si mettano da parte le tentazioni sovraniste evitando d’imprimere bruschi cambi di rotta alle politiche finora attuate nel Paese.
Sulla scia delle parole del capo dello Stato, Sergio Mattarella, è stato il premier Paolo Gentiloni a lanciare «un messaggio in bottiglia». In occasione della conferenza «The state of the Union», organizzata a Firenze dall’european University Institute, ha detto: «Nell’ultima
d Chi vede una minaccia per l’europa, forse vede una minaccia per la sua poltrona Luigi Di Maio
campagna elettorale qui in Italia ho sentito proclami tanto illusori quanto pericolosi. Ricordiamo i rischi che correrebbe il nostro Paese se scegliesse di andare fuori strada, se non desse continuità al risanamento dei conti e alla ristrutturazione del debito, se apparisse fragile davanti al mercato, se mettesse in dubbio la politica migratoria coi risultati che abbiamo raggiunto». Gentiloni non ha risparmiato critiche all’ue che non ha saputo riconoscere «lo sforzo consistente» delle riforme fatte da Paesi come l’italia, cui sono stati richiesti invece «nuovi sacrifici in nome della riduzione del rischio», mentre «la stagione della condivisione non arriva mai». Come ha dimostrato la solitudine in cui è stato lasciato il nostro Paese di fronte al fenomeno migratorio. In questa stagione di «incertezza», per Gentiloni serve più Europa, a patto che riconosca «l’esigenza di nuove tutele sociali».
Dallo stesso palco era stato il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, a mettere l’accento sulla necessimaggiore tà di nuove riforme strutturali che «spingono la crescita». Allo stesso tempo Draghi ha richiamato i Paesi Ue a «completare l’unione bancaria e quella dei mercati, condizione necessaria per aumentare la condivisione dei rischi nell’eurozona». Il rilancio del disegno europeo passa attraverso una integrazione. «Assurdo pensare che un Paese esca dalla moneta unica» ha commentato il presidente dell’europarlamento Antonio Tajani a Firenze, facendo rilevare come in Europa «tutti guardino con grande attenzione a quello che accadrà nel nostro Paese». Sul punto Di Maio ha ribattuto: «Chi vede in questa ipotesi di governo una minaccia per l’europa, forse vede una minaccia per la sua poltrona». E per gettare acqua sul fuoco il M5S fa trapelare che si cercherà di rispettare i target europei e non superare l’1,5% nel rapporto deficit/pil. Se ci sarà necessità di sforare sarà discussa con l’ue senza forzature.