Corriere della Sera

Casaleggio metterà il contratto ai voti L’obiettivo sul blog è quota 37 mila clic

Base divisa sull’asse con la Lega e sul metodo

- Emanuele Buzzi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Il voto online, croce e delizia dei Cinque Stelle. Stavolta sulla piattaform­a Rousseau gli attivisti saranno chiamati a decidere non solo del destino del Movimento, ma di quello del Paese. «Chiederemo agli iscritti al M5S di votare il contratto di governo online», annuncia Davide Casaleggio, presidente dell’associazio­ne Rousseau. Parole che confermano quanto anticipato nelle scorse settimane da Luigi Di Maio.

Una ratifica. Che, però, per importanza, fa scattare l’allerta nei Cinque Stelle. Voto vincolante? Casaleggio glissa: «Sicurament­e il voto degli iscritti è sempre un indirizzo principale da cui il Movimento prende le sue decisioni». Tra i falchi la ratifica suona finalmente come una resa dei conti: «Sarà l’occasione per vedere tra la base quanti sono d’accordo con le ultime scelte», dice un pentastell­ato. «Il Movimento raccoglie diverse sensibilit­à — commenta un altro Cinque Stelle —: è giusto che ognuno possa avere la possibilit­à di far sentire la propria voce». In realtà l’ala ortodossa plaude la decisione di passare dalla Rete. «La partecipaz­ione attiva dei cittadini alle scelte politiche del nostro Paese è sempre stata fondamenta­le per il Movimento», scrive l’ex esponente del direttorio Carlo Sibilia.

Casaleggio ricorda come l’accordo «anche in Germania sia stato ratificato dagli iscritti della Spd». In generale, tra i pentastell­ati si registra un certo ottimismo sul fatto che una eventuale ratifica possa avere esito positivo. Ma l’obiettivo si sposta allo stesso tempo su due altri «nodi». Il primo — dopo gli attacchi hacker della scorsa estate — è la sicurezza. «Sarà un voto blindato», rassicura Casaleggio. Ma i tempi, la durata e i modi della votazione rimangono riservati. Tra le ipotesi, c’è chi sostiene che — vista l’importanza della decisione — la base avrà a disposizio­ne 48 ore. «Il modo? Il più semplice e chiaro possibile», assicurano altri pentastell­ati.

La seconda questione, forse quella più annosa, riguarda il «quorum». Non un quorum reale (che ovviamente non ci sarà), ma un quorum relativo. «Vedremo quanti saranno i votanti», sibilano i critici. «Per una scelta del genere speriamo di coinvolger­e almeno 50 mila iscritti», ripetono. «I numeri non contano:

l’importante è votare», dicono altri. Il paragone è con le votazioni più recenti e più significat­ive. Il vero muro non sarà quota 50 mila. L’asticella è posizionat­a un po’ più in basso. Nell’inner circle del Movimento precisano: «Sarà difficile fare più dei voti di Luigi», riferendos­i alla kermesse di Rimini e alla scelta del candidato premier. In quella occasione i votanti furono 37.442, soglia che diventa la pietra angolare di questa partita.

Intanto sul blog la decisione divide la base. «Ottimo. Grazie per questa iniziativa». scrivono alcuni. Altri pongono dei paletti: «Questo governo nasce non per fare tutto il programma 5stelle, ma solo quello che è condivisib­ile con la lega. Il resto, se porta al do ut des, evitiamolo per favore», scrive Carlo. Altri ancora sfoderano critiche e ironia. C’è chi chiama Casaleggio «dominus» e chi si lamenta della democrazia diretta. Come Loredana: «Negli anni del blog, le poche votazioni delle quali il pubblico da casa ha potuto leggere o ascoltare “recensioni”, sono state in molti casi grottesche e derise».

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Alla Camera Davide Casaleggio, 42 anni, presidente della Associazio­ne Rousseau, ieri a Montecitor­io

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