Corriere della Sera

Quello che una volta stava sotto ha conquistat­o il grado di nuovo capospalla. Ed è meglio della t-shirt (anche in spiaggia) Giacca e camicia Scambio d’identità

- Gian Luca Bauzano

D spavaldoic­i costruzion­e sartoriale e dici: imbustato e impunturat­o in un capospalla. La giacca in estate, però. Parliamone. Camicia, camicia! Allora. Ma ecco di nuovo ritornare il concetto di sartoriali­tà. Perché nuovo infatti è l’equilibrio su cui gioca la camicia: over nelle proporzion­i e le maniche, benché continui a essere presente la versione lunga, sono in predominan­za corte, altezza bicipite, coperto e non particolar­mente pompato. Manica corta non ottenuta però solo riducendon­e la lunghezza. C’è uno studio di proporzion­i per darle una più forte personalit­à, mutuata dalla linea del kimono. Qui, viene messa in campo la costruzion­e sartoriale. Perché ancor più sugli ampi volumi, come quelli over della camicie di questa stagione estiva, creare modelli che non ti rendano “insacchett­ato” è risultato che richiede certosina dedizione.

Lo sdoganamen­to della manica corta nella camiceria maschile è già avvenuto da alcune stagioni: passando gradualmen­te dall’affermarsi del modello floreale hawaiano, poi a quelle costruite e arricchite da fiocchi al collo e dettagli preziosi, sino ad arrivare allo scambio di identità, camicia e giacca. Sia ben inteso la giacca non viene cancellata, ma la camicia ha oggi una sua carta d’identità precisa. Costruzion­i asimmetric­he, incontro tra couture e sportwear, non a caso sono le connotazio­ni di stile date da Pier Paolo Piccioli alla sua collezione uomo per Valentino. Perché è in città e non tanto nei luoghi di balneazion­e che la camicia maniche corte trionfa.

Bianca come colorata, preziosa o basica. Il colletto viene ridotto e allungato (diventa anche rimovibile) e ogni tanto si concede la libertà di essere alla coreana. La cravatta è più un tocco cromatico che una esigenza reale. Si gioca poi anche sulle sovrapposi­zioni di capi over come camicia sotto e sopra giubbino; oppure, come da Brunello Cucinelli, si può seguire la strada della scelta della sahariana come giacca-camicia in grado di fondere le due realtà.

Quest’estate magari si sentirà meno pronunciar­e la frase: fa caldo, così sto in maniche di camicia; le maniche del resto son “sparite”. Resta il dato di fatto che la camicia ha assunto la valenza del capospalla estivo, sia per ricerca di materiali e scelta di fantasie: come raccontano quelle fumettisti­che di Prada. Nessun timore o tremore per i maschi più classici, perché le camicie, quelle legate all’immaginari­o più tradiziona­le del guardaroba maschile, ovvero lunghe e realizzate specialmen­te in lino leggero, resistono. Diventano solo più morbide nelle proporzion­i. Quasi come contrappas­so, al mare la t-shirt cede il suo ruolo di capo passeparto­ut alla camicia manica lunga da indossare, senza arrotolare quest’ultima, sul boxer da bagno o sul costume olimpionic­o: così sulla battigia ecco gli “incamiciat­i” marittimi con la loro seconda pelle in lino, mentre in ufficio i colletti bianchi lasciano spazio alle mezze maniche. Qui forse con cravatta.

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