Corriere della Sera

«Timothée Chalamet? S’è portato via due dei nostri occhiali»

Il candidato all’oscar e il brand Oliver Peoples. «Non paghiamo le star, i prodotti piacciono e basta»

- Flavia Fiorentino

L’acquisto, quasi casuale, di uno stock di occhiali vintage in una vecchia ottica di New York e l’intuizione di trasportar­e quelle linee sobrie e raffinate sotto il sole della West Coast. Nasce così, nel 1987, con la prima boutique sul Sunset Boulevard di Los Angeles, Oliver Peoples, occhialeri­a di lusso che i fratelli surfisti Larry e Dennis Leight decidono di chiamare con il nome ritrovato sulle firme di ricevute sbiadite insieme alla merce comprata a Manhattan.

Nutrendosi di cinema, arte, musica e moda, inesauribi­le ispirazion­e del lifestyle california­no, il marchio cresce insieme a un’ostinata attenzione al dettaglio e alla qualità dei materiali. In poco tempo conquista 60 Paesi puntando a department store e punti vendita d’eccellenza. È scelto da Robert Redford e Al Pacino, da Johnny Depp a Bradley Cooper, Meryl Streep, Jessica Alba, Gigi Hadid, soltanto per citare alcuni divi hollywoodi­ani. Ma tra i fan si conta anche Barack Obama, spesso ritratto con i suoi inseparabi­li occhiali scuri modello «Opll Sun».

Celebrità e discrezion­e, qualità senza ostentazio­ne. È l’equilibrio tra questi codici estetici e valori emozionali a decretare il successo mondiale di Oliver Peoples, acquistato nel 2007 dal gruppo Luxottica: «Non c’interessa pagare personaggi famosi perché indossino i nostri occhiali — spiega il direttore creativo Giampiero Tagliaferr­i, volato a Roma da Los Angeles per l’apertura della prima boutique monomarca italiana in piazza in Lucina — preferiamo che li usino nella loro vita privata perché piacciano davvero. Il gusto, il design delle nostre montature arriva comunque al pubblico che ci sa apprezzare. Qualche giorno fa negli uffici di West Hollywood è passato Timothée Chalamet (attore di Chiamami col tuo nome candidato all’oscar ndr) e si è portato via due occhiali. Non c’è bisogno che li sfoggi sul red carpet».

Filosofia coerente con la campagna 2018 interpreta­ta da otto talenti americani in diversi campi artistici. «Sono convinto che le forze più potenti, quelle che spingono a creare ciò che ci emoziona, hanno tratti appassiona­ti e sofisticat­i. La campagna cerca di mettere in luce queste emozioni associando al marchio creatività e originalit­à».

Laureato in Fashion Strategy and Management alla Bocconi, dopo un inizio nello viluppo del business di Oliver Peoples (ora in mano al ceo Rocco Basilico), Tagliaferr­i è l’anima creativa del brand: «Tra modelli e varianti di colore abbiamo 600 proposte. In due anni abbiamo aperto più di 20 punti vendita. Quello di Roma è il più piccolo, ma è uno scrigno prezioso. Nel nostro futuro nuove boutique monomarca per una percezione “elevata” del brand».

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Pop star Cyn indossa «Lelaina», campagna 2018

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