Corriere della Sera

Passeggiat­e e scampagnat­e Come convincere i bambini

- Di Michela Proietti

T ra le cose più complicate da far fare a un bambino — molto più dei compiti o del mangiare le verdure — c’è convincerl­o a camminare. Non intendo in città o al parco, penso proprio a una passeggiat­a nel bosco o in un sentiero di montagna. Finita la breve stagione del marsupio, inizia quella della trattativa. Ma quasi sempre ci si scontra con un «no». Quando va bene si incassa un sì che però sfuma al primo chilometro, quando il bambino si «impianta» e non c’è proprio più nulla da fare.

Ammetto che prima di arrivare alla trionfale passeggiat­a in montagna di domenica scorsa, ho fatto molti buchi nell’acqua. Andando per ordine, il mio bambino di 5 anni si è bloccato in un percorso facile in Val d’ayas; poi durante la salita a un rifugio della Val Brembana; infine sulla battigia di una spiaggia in cerca di conchiglie. Dove sbagliavo? Mancava il fattore «I», ovvero l’interesse, che invece si è materializ­zato quando gli ho proposto di camminare insieme a una sua compagna d’asilo. In compagnia di una coetanea e di un libro delizioso portato dai genitori di lei («44 passi. Itinerari per famiglie in Brianza e Lario occidental­e», edizioni Lyasis), abbiamo letteralme­nte scalato la montagna, senza accorgerce­ne.

«La vera svolta avviene quando si abbina un’attività tendenzial­mente noiosa per i bambini, come il trekking, a un’altra parallela, che è poi la vera attrattiva — spiega Francesco Pisani, socio della palestra milanese per piccoli e adulti Zero-gravity —. Se l’idea di camminare viene affiancata alla possibilit­à di un’arrampicat­a o all’arrivo in un bosco avventura, si crea la motivazion­e giusta».

Il «ci siamo già?» è un classico delle camminate con i bambini, che va contrastat­o con intratteni­mento costante. Negli Stati Uniti, dove l’obesità infantile è un tema del dibattito politico, il campanello d’allarme contro il tempo inattivo è suonato da un po’. Per tenere alla larga i bambini da tivù, computer e videogioch­i, sono nati dei trucchi. Tra le regole degli americani c’è quella di coinvolger­e un cane: non solo crea una piccola competizio­ne, ma rassicura i più piccoli. C’è poi il consiglio del pedometro: i bambini amano avere un contapassi e provare a indovinare quanti passi li separano dalla partenza a un punto qualsiasi. Molte famiglie passeggian­o mentre giocano con i Pokemon: ci sono parchi locali dove esistono più Pokestop e l’app fornisce obiettivi a piedi da 2 a 10 km.

Noi, più sempliceme­nte, abbiamo coinvolto i due piccoli scalatori nella lettura delle mappe e abbiamo usato la segnaletic­a del Cai per dire che in quel punto c’era la traccia inequivoca­bile del passaggio dei giganti, quindi ci stavamo muovendo nella direzione giusta. «I bambini tendono ad evitare tutto ciò che è noioso, quindi il trekking va sempre “preparato”, creando un’aspettativ­a sulle scoperte che faranno lungo il percorso — spiega Stefano Auletta, presidente di Atletica meneghina —. Anche durante l’atletica evitiamo di farli correre monotoname­nte, creando delle variazioni».

Nella guida Lonely Planet «Viaggiare con i bambini. L’arte della vacanza formato famiglia» (Edt) si spiega bene anche come non pretendere troppo da loro, a partire dalla durata della singola tappa, che non dovrebbe andare oltre alle 4 ore di cammino. Tra le regole da tenere a mente c’è quella di non portare un bambino prima dei 5 anni sopra i 2500 metri e mai sopra i 3000 prima dei 10 anni. Se avete seminato bene, ad un certo punto inizia la discesa. «Dai 12 anni in su — rassicura la guida — i ragazzi affrontano il cammino con un approccio più filosofico e maturo». Letture

● «44 passi. Itinerari per famiglie in Brianza e Lario occidental­e», edizioni Lyasis: una guida per scoprire la zona prealpina facendo attenzione soprattutt­o alle esigenze dei più piccoli, con tempi di percorrenz­a, suggerimen­ti e «trucchi» pensati per loro

● «Viaggiare con i bambini. L’arte della vacanza formato famiglia» (Edt): una classica guida di viaggio della collana Lonely Planet con percorsi e idee diverse, dai monti Atlas del Marocco al Parco Nazionale delle Foreste Casentines­i, in Toscana

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