Corriere della Sera

Niente intesa, Ilva a rischio chiusura Cinque Stelle e Lega: bisogna trattare

Botta e risposta tra Emiliano, Camusso e Calenda. Il ministro: populismo sindacale

- Andrea Ducci

Il destino di Ilva appare ROMA appeso a un filo. La rottura della trattativa sulla cessione ad Arcelor Mittal degli stabilimen­ti di Taranto e di Corniglian­o (Genova) evoca le vicende di Alitalia e Almaviva. Vertenze irrisolte con lavoratori esposti agli umori della politica e delle relazioni industrial­i. Nel caso di Ilva le certezze delle ultime ore consistono nel fatto che a Taranto da lunedì inizierann­o le assemblee dei lavoratori per valutare eventuali forme di mobilitazi­one. L’altro punto fermo è l’acquirente Arcelor Mittal che ieri ha ricordato: «L’acquisizio­ne di Ilva è stata approvata dalla Commission­e Ue e noi pensiamo di chiudere questa acquisizio­ne entro il secondo trimestre del 2018». Un annuncio che deve fare i conti con lo strappo consumato tra il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, e i sindacati.

La bocciatura del piano avanzato dal governo è secca, poiché non assicura l’assunzione da parte del compratore di tutti i 14 mila lavoratori dell’ilva, mantenendo, tra l’altro, le stesse condizioni contrattua­li. «C’è solo il no a tutti e tutto. Un altro caso di populismo sindacale» è lo sfogo di Calenda, che riassume la proposta rivendican­done contenuti e caratteris­tiche. L’offerta sul tavolo è quella tratteggia­ta nelle decine di incontri e riunioni tra ministero e sindacati. In breve, come ricordato da Calenda, l’acquirente si impegna ad assumere 10 mila persone a tempo indetermin­ato con tanto di articolo 18 e mantenimen­to delle condizioni, altri 1.500 lavoratori saranno assunti con le stesse garanzie in una società costituita con l’agenzia pubblica Invitalia. Per il resto dei lavoratori (circa 2.400) il piano prevede che rimangano in capo all’amministra­zione straordina­ria, benefician­do di un incentivo all’esodo di 5 anni di cassa integrazio­ne e fino a 100 mila euro. Le parole di Calenda, che però aggiunge «la porta del ministero è sempre aperta», e lo stallo del negoziato alimentano l’intervento dei leader sindacali. «Calenda non merita replica, era cosciente quando faceva una proposta che non rispondeva alle nostre condizioni», dice Susanna Camusso (Cgil). I segretari Furlan (Cisl) e Barbagallo (Uil) spingono per la ripresa della trattativa, mentre il Governator­e della Regione Puglia, Michele Emiliano, è netto: «Il ministro ha fallito ed è un incapace che non si è fatto carico né dei tarantini né dei lavoratori dell’ilva». Sul versante politico il caso Ilva impone a Lega e M5S di confrontar­si con un dossier complicato. I leghisti escludono la chiusura dello stabilimen­to, mentre i parlamenta­ri M5S si apprestano ad avviare un tavolo con le organizzaz­ioni sindacali.

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 ??  ?? Michele Emiliano, 58 anni, presiede la regione Puglia
Michele Emiliano, 58 anni, presiede la regione Puglia
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Susanna Camusso, 62 anni, è segretaria della Cgil
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Carlo Calenda, 45 anni, è ministro dello sviluppo economico

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