Le nuove ragazze (non sentimentali) della graphic novel
A Torino una generazione di autrici-lettrici
TORINO Sofia ha 7 anni e una malattia che la costringe a vivere chiusa in una casa sul mare. Un giorno l’oceano suo amico le invia il capitano di una ciurma di conigli, ragni e cavalli marini, che la porta in viaggio dentro un sommergibile. La delicata ma avventurosa protagonista è al centro di Sofia dell’oceano (Tunué), graphic novel disegnata da Kalina Muhova, tra le nuove leve del genere e uno dei volti emergenti di questo Salone 2018. Un’edizione che dedica a fumetti, fotografia, arte, un intero filone: Il mondo a figure. Un’attenzione al visivo che i visitatori mostrano di apprezzare e che contribuisce a spingere la manifestazione a gonfie vele verso il weekend. Il sabato e la domenica sono decisivi per fare un bilancio, ma già ieri si respirava soddisfazione. Gli organizzatori del Salone parlano per i primi due giorni, giovedì e venerdì, di «un numero di presenze in linea con l’anno scorso», dunque quasi 50 mila, ma l’impressione tra gli stand e gli editori è che la cifra possa essere di qualche punto percentuale sopra, così come sono andate bene, e finora leggermente in aumento, le vendite.
Tra chi ha fatto la sua parte c’è Zerocalcare, protagonista di un firmacopie ininterrotto dalla tarda mattinata fino alla chiusura della fiera, con Macerie prime. Sei mesi dopo (Bao Publishing). Prosegue oggi, mentre domani l’autore sarà alle 11 nella Sala gialla. Oggi arriva anche Igort con Oblomov (Caffè letterario, ore 17.30) ed è atteso (Spazio Stock, ore 13) Sio che, oltre ai lavori per Shockdom, firma l’agenda 2019 per Comix. È anche il giorno dell’omaggio a Tex per i 70 anni. Fabio Genovesi partecipa all’incontro (Spazio autori, ore 13.30) a cura della casa editrice Bonelli, che domani presenterà anche, con Pierdomenico Baccalario, la sua linea di scrittori prestati al fumetto. Già da giovedì, al Lingotto, è però anche il momento di una nuova generazione di autrici, disegnatrici e coloriste, che — con stili e temi piuttosto variegati — si fanno largo all’interno di un genere sempre più di successo e tradizionalmente popolato da uomini.
Kalina Muhova è una di loro. Ha 24 anni e viene dalla Bulgaria. Frequenta a Bologna l’accademia di belle arti, punto di riferimento in Italia per le storie disegnate. «Sofia dell’oceano — racconta — è la mia prima graphic novel con un editore vero. Da 3 anni faccio parte di un collettivo, Brace, che si autoproduce. Nel corso di una mostra, Marco Nucci, autore della storia di Sofia, ha notato i miei disegni e insieme è nato il libro. Il tema del viaggio mi ha catturato. Così, anche se di solito non disegno scenari fantastici, mi sono buttata».
Con Zerocalcare domenica ci sarà Nova (1984), che Bao Publishing presenta come una sorta di sua erede. E tutti i principali editori di graphic novel hanno in vetrina libri di donne. Tra i titoli: Ragazze cattive della sudcoreana Ancco (1983), premio rivelazione ad Angoulême 2017, il «Nobel» del fumetto. La pubblica in Italia Canicola, che ha portato a Torino anche un’anticipazione di Io sono Mare di Cristina Portolano (1986), nell’ambito del progetto «Dalla parte delle bambine», contro gli stereotipi di genere. Oppure Cry me a river (Coconino Press) di Alice Socal (1986); Non bisogna dare attenzione alle bambine che urlano (Eris) di Eleonora Antonioni (1983) e Francesca Ruggiero (1985). E si sa che debutterà in autunno da Feltrinelli Comics, con una storia in chiave erotica e punk, «Fumettibrutti», pseudonimo di Josephine Yole Signorelli (1991), emersa sul web.
«Certo ci sono donne che già si erano affermate, come Sara Colaone, Vanna Vinci, Gabriella Giandelli, Francesca Ghermandi, Leila Marzocchi, ma oggi le ragazze sono di più», conferma Matteo Stefanelli, docente di Linguaggi audiovisivi all’università Cattolica di Milano e all’ecole Européenne Supérieure de l’image di Angoulême, oltre che direttore del sito Fumettologica. «Basti pensare — prosegue — alle studentesse dei corsi di fumetto: in Francia nelle classi sono quasi la metà, in Italia siamo almeno nell’ordine di un terzo. E nell’ultimo decennio ci sono stati molti debutti di donne che vogliono dedicarsi alla graphic novel come mestiere».
Dietro il fenomeno ci sono motivi diversi. «C’è in generale — spiega Stefanelli — un’evoluzione sociopolitica dell’identità femminile. Poi, dalla metà degli anni Duemila, c’è stato uno spostamento dei fumetti dall’albo al libro. Questo vuol dire maggiore letterarietà, che ha intercettato il rapporto più forte delle donne con la lettura. C’è stata anche l’influenza di Internet, che ha portato apertura dentro canali fino