Volante di F1, tra leve e bottoni un rebus da risolvere a 300 all’ora
Un labirinto di sigle, più di 25: c’è chi cerca aiutini e chi sfrutta i colori
BARCELLONA Girare manopole a 300 all’ora, rifarlo in curva fra bandiere gialle, sorpassi,duelli e inseguimenti, magari sotto la pioggia. Più di venticinque, fra tasti, manettini e levette, da stampare nella memoria, il volante è la fotografia della complessità tecnologica della Formula 1. Roba da impazzire per l’automobilista della strada: più che macchine sembrano caccia militari. Capita di rado di tenerli in mano volanti così perché le squadre sono gelose dei loro segreti: carbonio puro, ogni esemplare pesa un chilo e mezzo circa, costa quasi come un’auto di lusso (si parla di decine di migliaia di euro) e ha un software dedicato.nel labirinto di sigle è impossibile avventurarsi senza una guida, persino Nico Rosberg teneva bigliettini nell’abitacolo per non dimenticare niente. Ride Marcus Ericsson davanti al garage dell’alfasauber, lo svedese alla sua quinta stagione in F1 ricorda gli inizi: «È come un esame a scuola. Gli ingegneri ti danno un manuale di istruzioni alto come un libro, devi studiarlo da cima a fondo. Quando sali per la prima volta in macchina devi avere tutto in testa, fa parte del nostro lavoro. Un pilota moderno deve essere multitasking e non perdere mai la concentrazione. Ci si abitua in fretta».
Sarà, ma da dove iniziare questo corso accelerato? Tralasciando gli aspetti più noti — i paddle del cambio nella parte posteriore e le leve della frizione — quasi tutto ruota intorno al manettino «Mode» che gestisce le modalità del motore termico e dei due motori elettrici nelle varie fasi della gara. Domani Marcus lo imposta su «Rs» per la partenza: servono spunto e controllo. Entra la safety car? Passa su «SF» e l’auto «entra in sonno». Deve spingere? Va su «Push», che è diverso da «Q-push» e si utilizza solo in qualifica. Per attacco e difesa, durante il Gp, c’è la modalità «Ad» che rende l’alfa più «aggressiva». Finito qui? Macché. Più in alto c’è la rotella per il differenziale, il meccanismo che gestisce il trasferimento della coppia motrice fra le due ruote posteriori: «Si cambia in entrata, in mezzo o in uscita dalle curve». Ogni comando «fisico», assieme ai tempi sul giro, ai giri del motore e ad altri parametri, viene replicato sullo schermo ad alta risoluzione.
Come in un videogame esistono sequenze rapide di tasti per attivare i comandi senza toccare i manettini. Un rompicapo. Quello strumento al centro con lettere «A-B-C-D» interviene su alcune calibrazioni più specifiche della power unit: «È per il fine tuning». Mettendolo su «turbo», per esempio, ci sono altre dodici combinazioni possibili. E cos’è quel bottone arancione ,«Ot»? «Si usa per i sorpassi, ti dà un boost come in Super Mario Kart». Leggi «R» e pensi alla retromarcia e invece si attiva la radio per parlare con i box. «Proviamo a semplificare il più possibile — spiega Soren Ebbesen, ingegnere delegato ai sistemi del team svizzero — nelle grafiche usiamo molto i colori perché quando sei sotto stress il cervello li recepisce più velocemente del testo».
Chissà che cosa direbbe oggi Tazio Nuvolari che vinse guidando con una chiave inglese al posto del volante.
Il trucco di Nico Nico Rosberg teneva dei bigliettini nell’abitacolo che lo agevolavano