Corriere della Sera

La scalata di Bernardi «Perugia è speciale E ora la Champions»

- Flavio Vanetti

«Mister Secolo» del volley ci riprova: c’è la scalata all’europa e alla Champions League, dopo aver cucito lo scudetto sulle maglie della sua Perugia. «Le sfide sono l’essenza della vita: ci proveremo» dice Lorenzo Bernardi, ben sapendo che la semifinale di oggi contro i campioni di Kazan, sul loro campo perché ospitano le Final Four, ha un profumo di proibitivo. Però seduce e piace anche l’idea di sfidare quel Wilfredo Leon, fuoriclass­e totale, che tra pochi mesi potrebbe allenare. «Arriverà? Lo spero, chiunque lo vorrebbe. Ma questo è già futuro: ora devo restare nel presente». O nel fresco passato, per rivisitare la stagione del triplete nella quale Bernardi ai nove scudetti da giocatore ha aggiunto il primo titolo (in Italia) da coach.

Lei ha detto che un allenatore a volte deve saper parlare, più che insegnare.

«Significa che non puoi pretendere di cambiare un giocatore. Guidare una squadra è come avere un mazzo di chiavi: ognuna apre una porta, non esiste il passe-partout. Se perdi gara 4, non puoi pensare di vincere gara 5 lavorando sulla ricezione: servono piuttosto buone parole. Qualcuno lo coccoli, con qualcuno al limite litighi».

Più coccole o sgridate, quest’anno?

«Non tengo statistich­e. E a seconda del carattere di chi hai di fronte, scegli il comportame­nto. Non è stato semplice: avevamo iniziato a strappi, qualcuno dubitava di noi».

Confessi: si aspettava di essere già riconferma­to.

«Non devi badare a certe cose: fanno parte del gioco. Dopo aver letto il libro di Agassi mi sono convinto che se non puoi controllar­e un evento, devi limitare i danni».

Lei l’ha fatto alla grande: Supercoppa, Coppa Italia, scudetto, forse la Champions...

(risata) «No, non è andata male... Ma ora, time out. Resterò? Non resterò? Mi va di rimanere? Temi da fine stagione. Dico solo che Perugia è speciale: mi ha adottato».

Bernardi giocatore e allenatore: differenze?

«Due vite non confrontab­ili. Un giocatore ha una routine, bada solo a se stesso, è egoista nella quotidiani­tà. Un allenatore deve occuparsi di mille aspetti: mi affascinav­a questa esperienza».

Immaginiam­o, però, che lei sia cambiato.

«Solo gli stupidi non lo fanno: il mondo di oggi è diverso da quello di 20 anni fa. Io parlo di evoluzione, più che di cambiament­o: ho smussato spigoli, ma preferisco sempre avere a che fare con chi ha un forte carattere».

Da allenatore capirà l’episodio dell’europeo ’91: Velasco schierò Margutti titolare al suo posto.

«Non fu un abuso di potere: dopo un Mondiale vinto c’era un po’ di relax. Julio voleva il mio bene, l’ho capito dopo: perdemmo l’europeo, ma i frutti di quella decisione arrivarono negli anni successivi».

A proposito: voci di mercato dicono che Velasco, di rientro in Italia, potrebbe soffiarle il posto.

«Torno ad Agassi: se non decido io, limito i danni. Lo ● Lorenzo Bernardi, 49 anni, ex campione e oggi coach di Perugia: quest’anno ha vinto scudetto, Coppa Italia e Supercoppa

● Oggi e domani a Kazan (Russia) le final four di Champions. Semifinali: oggi alle 16 Zaksacivit­anova, alle 18 Perugia-kazan (tv Fox Sports). Domani la finale farò andando in un altro squadrone? Ma no, sempliceme­nte non ci penso. Julio è ancora competitiv­o? Assolutame­nte sì: la Superlega ha bisogno di lui».

I suoi segreti da coach?

«Ho rubato qualcosa da tutti, ma ho un mio stile. Modificabi­le, se serve. Credo nel gruppo, più che nel singolo. Il mio pregio? La coerenza».

Zaytsev sembra all’addio con Perugia. Ma lei ha detto di riconoscer­si in lui: condivide anche la sua posizione che un anno fa lo portò fuori dalla Nazionale?

«Non entro in quella storia. Non faccio come chi l’ha preso di mira sui social».

Il nostro volley?

«In una fase di transizion­e, ma ricca di potenziale. Ottima la decisione della Federazion­e e di Blengini, il c.t., di varare una Under 23 e una Nazionale B. Ma di qui a dire che il futuro sarà nostro, ne passa».

C’è un Mondiale in casa.

d Bernardi Vogliamo vincere le final four, le sfide sono l’essenza della vita Se sono cambiato da quando giocavo? Solo gli stupidi non cambiano

«Dico che saremo da finale. E forse da oro».

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In Russia

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