Il pensiero di Max «Quattro anni così difficilmente ricapiteranno»
I gesti sono gli stessi di quando su questo prato e davanti alla stessa gente aveva regalato lo scudetto al Milan. Era il primo di una carriera che sarebbe diventata, di lì a poco, scintillante e Massimiliano Allegri, timido e composto persino quando Rino Gattuso gli aveva rovesciato sulla testa lo spumante, per tutti era semplicemente Acciughina a causa di quel fisico longilineo a cui anche oggi tiene moltissimo.
Ora Max è un allenatore top, conosciuto e stimato, il cui nome è accostato ai grandi club europei. Quello con la Juventus è il quarto scudetto di fila, il quinto in dieci anni di panchina, considerando proprio quello con il Milan. Di strada ne ha fatta tanta. Undici titoli in carriera, uno più del Paron Rocco, gli stessi di Fabio Capello. Allegri è nell’olimpo, il terzo più vincente nella storia della Juventus dopo altri due mostri sacri come Trapattoni e Lippi, meglio di entrambi se consideriamo la percentuale di vittorie, superiore al settanta per cento nelle 219 panchine bianconere. E poi quattro doppiette di fila, campionato e Coppa Italia, un record che attraversa l’europa.
Nessuno avrebbe immaginato tanto, neppure lui quando si è presentato a Torino all’improvviso e quasi per caso dopo che Conte aveva sbattuto la porta. Allegri ha saputo vincere la diffidenza dei tifosi e entrare nel cuore dei giocatori. Pian piano questo toscanaccio disincantato che storpia i nomi ma legge le partite come nessun altro, ha fatto ricredere tutti, giocando sempre per vincere, rispettando così il motto della Casa.
Max con il record di punti in una stagione (92) alla fine è sobrio nella festa in campo: sorrisi, abbracci, niente più. Anche dopo nelle interviste: «I ragazzi hanno cuore e senza il cuore non si vince. Sono contento che siano stati capaci di chiudere il discorso qui a Roma così avranno una settimana di vacanza in più. La squadra è stata brava a mantenere la calma nei momenti difficili, le cose nel calcio cambiano in un attimo e si rischia di crollare. È stata un’annata bella, dura, emozionante. Faccio i complimenti al Napoli che ci ha tenuto testa sino in fondo, ma soprattutto faccio i complimenti a tutta la Juventus. Con una squadra del genere è più facile arrivare agli obiettivi. Vincere non è mai semplice, è una cosa straordinaria. E quattro anni così difficilmente ricapiteranno».
Il cruccio, in questa lunga storia d’amore, è la Champions League, sfuggita due volte in finale. La società vorrebbe che ci riprovasse la prossima stagione. Allegri, prosciugato, ha in testa di cambiare. Ma tutto è ancora aperto. Max è volubile. Anche l’anno scorso voleva alzare bandiera bianca e invece ha prolungato il contratto e vinto
Motivazioni
«Alla Juve quando riparti le motivazioni le trovi sempre. Bravi a mantenere la calma»
ancora. Adesso è persino più deciso, anche se non è ancora arrivata la telefonata giusta. Potrebbe restare fermo, disintossicarsi nella sua Livorno, vivere la storia d’amore con Ambra Angiolini, viaggiare e studiare in attesa di una grande occasione. Ma potrebbe anche rimanere. Presto sapremo, il vertice è questione di giorni.
Gli Elkann e il presidente Andrea Agnelli hanno scelto la linea della continuità. Max medita e non chiude: «Alla Juve quando riparti le motivazioni le trovi sempre». Intanto è pronto a togliersi qualche sassolino fastidioso e a dirimere l’estenuante diatriba sulla qualità del gioco della sua Juve. Perché alla fine, come dice lui, gioca meglio chi vince. E da questo punto di vista l’allenatore bianconero sembra di un altro pianeta.