Corriere della Sera

Il pensiero di Max «Quattro anni così difficilme­nte ricapitera­nno»

- Alessandro Bocci

I gesti sono gli stessi di quando su questo prato e davanti alla stessa gente aveva regalato lo scudetto al Milan. Era il primo di una carriera che sarebbe diventata, di lì a poco, scintillan­te e Massimilia­no Allegri, timido e composto persino quando Rino Gattuso gli aveva rovesciato sulla testa lo spumante, per tutti era sempliceme­nte Acciughina a causa di quel fisico longilineo a cui anche oggi tiene moltissimo.

Ora Max è un allenatore top, conosciuto e stimato, il cui nome è accostato ai grandi club europei. Quello con la Juventus è il quarto scudetto di fila, il quinto in dieci anni di panchina, consideran­do proprio quello con il Milan. Di strada ne ha fatta tanta. Undici titoli in carriera, uno più del Paron Rocco, gli stessi di Fabio Capello. Allegri è nell’olimpo, il terzo più vincente nella storia della Juventus dopo altri due mostri sacri come Trapattoni e Lippi, meglio di entrambi se consideria­mo la percentual­e di vittorie, superiore al settanta per cento nelle 219 panchine bianconere. E poi quattro doppiette di fila, campionato e Coppa Italia, un record che attraversa l’europa.

Nessuno avrebbe immaginato tanto, neppure lui quando si è presentato a Torino all’improvviso e quasi per caso dopo che Conte aveva sbattuto la porta. Allegri ha saputo vincere la diffidenza dei tifosi e entrare nel cuore dei giocatori. Pian piano questo toscanacci­o disincanta­to che storpia i nomi ma legge le partite come nessun altro, ha fatto ricredere tutti, giocando sempre per vincere, rispettand­o così il motto della Casa.

Max con il record di punti in una stagione (92) alla fine è sobrio nella festa in campo: sorrisi, abbracci, niente più. Anche dopo nelle interviste: «I ragazzi hanno cuore e senza il cuore non si vince. Sono contento che siano stati capaci di chiudere il discorso qui a Roma così avranno una settimana di vacanza in più. La squadra è stata brava a mantenere la calma nei momenti difficili, le cose nel calcio cambiano in un attimo e si rischia di crollare. È stata un’annata bella, dura, emozionant­e. Faccio i compliment­i al Napoli che ci ha tenuto testa sino in fondo, ma soprattutt­o faccio i compliment­i a tutta la Juventus. Con una squadra del genere è più facile arrivare agli obiettivi. Vincere non è mai semplice, è una cosa straordina­ria. E quattro anni così difficilme­nte ricapitera­nno».

Il cruccio, in questa lunga storia d’amore, è la Champions League, sfuggita due volte in finale. La società vorrebbe che ci riprovasse la prossima stagione. Allegri, prosciugat­o, ha in testa di cambiare. Ma tutto è ancora aperto. Max è volubile. Anche l’anno scorso voleva alzare bandiera bianca e invece ha prolungato il contratto e vinto

Motivazion­i

«Alla Juve quando riparti le motivazion­i le trovi sempre. Bravi a mantenere la calma»

ancora. Adesso è persino più deciso, anche se non è ancora arrivata la telefonata giusta. Potrebbe restare fermo, disintossi­carsi nella sua Livorno, vivere la storia d’amore con Ambra Angiolini, viaggiare e studiare in attesa di una grande occasione. Ma potrebbe anche rimanere. Presto sapremo, il vertice è questione di giorni.

Gli Elkann e il presidente Andrea Agnelli hanno scelto la linea della continuità. Max medita e non chiude: «Alla Juve quando riparti le motivazion­i le trovi sempre». Intanto è pronto a togliersi qualche sassolino fastidioso e a dirimere l’estenuante diatriba sulla qualità del gioco della sua Juve. Perché alla fine, come dice lui, gioca meglio chi vince. E da questo punto di vista l’allenatore bianconero sembra di un altro pianeta.

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(Afp) Vincente Massimilia­no Allegri, 50 anni, è al 4° scudetto con la Juventus

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