«Lavoro 250 ore al mese, ma sarò licenziata»
Sono un’ostetrica 25enne e lavoro a tempo determinato in un grande ospedale di Milano. Il mio contratto scadrà il giorno prima del compimento del mio terzo anno lavorativo consecutivo. L’esigua speranza di stabilizzazione è sfumata definitivamente quando ho saputo che l’unica certezza legata al mio contratto è la disoccupazione. Poi, se per caso nell’estate decidessero di pubblicare un avviso o una selezione e se per fortuna entrassi in graduatoria, potrò ripartire con altri 3 anni di precariato. Ho due lauree a pieni voti, ho partecipato a 32 tra concorsi e avvisi pubblici in tutto il nord Italia, ma ancora vago nel limbo del nonnismo dei turnisti, in cui la persona con contratto a termine, che non ha figli perché ovviamente non può permetterseli, vede i propri diritti calpestati da ricatti e turni massacranti e disumani. Tutti i reparti hanno evidenti carenze di personale: il monte ore supera le 250 ore mensili. I risultati di una simile politica non possono che essere: personale esausto, non motivato e senza tempo pratico per l’aggiornamento professionale. Di conseguenza: qualità dell’assistenza pessima e rapporto donna-ostetrica penalizzato. Ringraziateci per la nostra disponibilità: ogni giorno a coprire malattie, maternità e i varchi lasciati da chi reputa conveniente lucrare sulla salute di professionisti e, di conseguenza, di pazienti!