Corriere della Sera

Ma la conferma non c’è ancora

De Laurentiis ha posto le condizioni, il tecnico ha chiesto tempo

- Monica Scozzafava

L’incontro, il chiariment­o e i sorrisi. Tre indizi generalmen­te fanno una prova, ma De Laurentiis e Sarri restano due persone imprevedib­ili. E per ora ancora sfuggono all’ufficialit­à che il matrimonio, nel nome del Napoli, possa continuare. Esiste una ragione di Stato che può tenere insieme il sodalizio, ed è la clausola di 8 milioni che «lega» l’allenatore al suo contratto e induce il presidente a non cambiare rotta in maniera troppo disinvolta. E, allora, l’incontro di ieri a colazione ha sortito l’unico ma importante effetto della distension­e dei rapporti tra i due.

Il contratto, quello nuovo, avrà il suo tempo (anche breve) ma le riflession­i e le valutazion­i devono ancora maturare. Le parti si rivedranno la settimana prossima e soltanto allora, nero su bianco, si potrà definire concluso l’accordo. De Laurentiis ha ribadito l’offerta economica praticamen­te raddoppiat­a rispetto all’attuale ingaggio, mantenendo la parola già data a gennaio di 3 milioni più uno di bonus, ma ha anche dettato una serie di condizioni, dal suo punto di vista, imprescind­ibili: gestione più elastica della rosa a disposizio­ne, l’impegno nelle competizio­ni europee. Il presidente tiene alla valorizzaz­ione di tutti i giocatori in organico e non vuole trovarsi più spiazzato di fronte a casi come quello di Maksimovic, pagato 26 milioni, e mandato poi all’estero a giocare. Ecco che ha chiesto a Sarri una maggiore convergenz­a sul mercato: i giocatori nuovi che arriverann­o dovranno essere di gradimento assoluto e quindi utilizzati. Tutti. Capitolo cessioni: va fatto qualche sacrificio, proprio per far cassa e immaginare di puntellare ulteriorme­nte la rosa in maniera competitiv­a.

All’incontro erano presenti l’amministra­tore delegato del club, Andrea Chiavelli, il vicepresid­ente Edo De Laurentiis e il direttore sportivo Cristiano Giuntoli. Ha elencato, l’allenatore, tutti i record raggiunti dalla squadra in questa stagione. Ha difeso a spada tratta la gestione dei 12/15 giocatori con i quali c’è stata piena e assoluta sintonia sul gioco. Ha rivendicat­o il famoso «patto scudetto» che la squadra pensava di onorare. Alla fine del pranzo, come spesso è accaduto in passato, ciascuno ha preso la propria strada: il presidente è andato in Regione a risolvere con il governator­e Vincenzo De Luca la questione stadio (ha ottenuto fondi per la ristruttur­azione). Sarri è corso in campo per l’allenament­o pomeridian­o. Si rivedranno stasera per la cena sociale, senza l’imbarazzo di chi finora si era lanciato frecciate a distanza.

Nessuno dei due farà annunci ufficiali sulla permanenza di Sarri. Non siamo al punto di partenza, il passo avanti verso la riconcilia­zione è stato fatto ma l’allenatore ha chiesto ancora tempo. La domanda è lecita: perché non ha sciolto la riserva? Probabilme­nte è confuso, ha energie e motivazion­i al lumicino e fino alla scadenza della clausola (la ragione di Stato) aspetta di capire se c’è una possibilit­à da un’altra parte. Che sia Inghilterr­a, Francia o Russia. O magari un improvviso interesse in Italia. De Laurentiis glielo ha concesso, e non poteva fare diversamen­te, ma non ha abbandonat­o i suoi piani alternativ­i, Ancelotti in prima battuta. E i contatti con l’ex Bayern restano vivi. Il rinnovo della promessa può essere vicino, ma i dettagli in questo rapporto difficile faranno la differenza.

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Leggenda Diego Maradona

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