Ma la conferma non c’è ancora
De Laurentiis ha posto le condizioni, il tecnico ha chiesto tempo
L’incontro, il chiarimento e i sorrisi. Tre indizi generalmente fanno una prova, ma De Laurentiis e Sarri restano due persone imprevedibili. E per ora ancora sfuggono all’ufficialità che il matrimonio, nel nome del Napoli, possa continuare. Esiste una ragione di Stato che può tenere insieme il sodalizio, ed è la clausola di 8 milioni che «lega» l’allenatore al suo contratto e induce il presidente a non cambiare rotta in maniera troppo disinvolta. E, allora, l’incontro di ieri a colazione ha sortito l’unico ma importante effetto della distensione dei rapporti tra i due.
Il contratto, quello nuovo, avrà il suo tempo (anche breve) ma le riflessioni e le valutazioni devono ancora maturare. Le parti si rivedranno la settimana prossima e soltanto allora, nero su bianco, si potrà definire concluso l’accordo. De Laurentiis ha ribadito l’offerta economica praticamente raddoppiata rispetto all’attuale ingaggio, mantenendo la parola già data a gennaio di 3 milioni più uno di bonus, ma ha anche dettato una serie di condizioni, dal suo punto di vista, imprescindibili: gestione più elastica della rosa a disposizione, l’impegno nelle competizioni europee. Il presidente tiene alla valorizzazione di tutti i giocatori in organico e non vuole trovarsi più spiazzato di fronte a casi come quello di Maksimovic, pagato 26 milioni, e mandato poi all’estero a giocare. Ecco che ha chiesto a Sarri una maggiore convergenza sul mercato: i giocatori nuovi che arriveranno dovranno essere di gradimento assoluto e quindi utilizzati. Tutti. Capitolo cessioni: va fatto qualche sacrificio, proprio per far cassa e immaginare di puntellare ulteriormente la rosa in maniera competitiva.
All’incontro erano presenti l’amministratore delegato del club, Andrea Chiavelli, il vicepresidente Edo De Laurentiis e il direttore sportivo Cristiano Giuntoli. Ha elencato, l’allenatore, tutti i record raggiunti dalla squadra in questa stagione. Ha difeso a spada tratta la gestione dei 12/15 giocatori con i quali c’è stata piena e assoluta sintonia sul gioco. Ha rivendicato il famoso «patto scudetto» che la squadra pensava di onorare. Alla fine del pranzo, come spesso è accaduto in passato, ciascuno ha preso la propria strada: il presidente è andato in Regione a risolvere con il governatore Vincenzo De Luca la questione stadio (ha ottenuto fondi per la ristrutturazione). Sarri è corso in campo per l’allenamento pomeridiano. Si rivedranno stasera per la cena sociale, senza l’imbarazzo di chi finora si era lanciato frecciate a distanza.
Nessuno dei due farà annunci ufficiali sulla permanenza di Sarri. Non siamo al punto di partenza, il passo avanti verso la riconciliazione è stato fatto ma l’allenatore ha chiesto ancora tempo. La domanda è lecita: perché non ha sciolto la riserva? Probabilmente è confuso, ha energie e motivazioni al lumicino e fino alla scadenza della clausola (la ragione di Stato) aspetta di capire se c’è una possibilità da un’altra parte. Che sia Inghilterra, Francia o Russia. O magari un improvviso interesse in Italia. De Laurentiis glielo ha concesso, e non poteva fare diversamente, ma non ha abbandonato i suoi piani alternativi, Ancelotti in prima battuta. E i contatti con l’ex Bayern restano vivi. Il rinnovo della promessa può essere vicino, ma i dettagli in questo rapporto difficile faranno la differenza.