Corriere della Sera

LA VOGLIA DI SALTARE LE REGOLE

Contratto alla svolta finale. Apprezzame­nto da Mosca, l’irritazion­e della Francia sulla Tav

- di Aldo Cazzullo

Tutti ci auguriamo che stia per nascere davvero un governo di cambiament­o; ma è difficile definire tale un governo che parte esprimendo uno struggente rimpianto per lo «spirito antemaastr­icht», quando c’erano Andreotti, la Cassa del Mezzogiorn­o e la spesa pubblica fuori controllo. Tutti auspichiam­o un esecutivo più vicino alle istanze popolari, più efficace nel rappresent­are gli interessi italiani in Europa.

MILANO Il premier? «Né io né Di Maio». Matteo Salvini ad Aosta tocca il nodo irrisolto della trattativa tra Lega e Cinque Stelle e lo fa per ribadire che nessuno dei due leader — che si sono incontrati anche ieri — sarà a Palazzo Chigi. «Sono molto fiducioso, creata la base del governo il premier non sarà un problema», ribatte Di Maio. E prosegue: «Stiamo ragionando, è una cosa che dobbiamo ancora dirimere, ma sono sicuro che troveremo una soluzione». Il capo politico M5S, in serata a Monza per sostenere la causa dell’imprendito­re Sergio Bramini «fallito per colpa dello Stato», ribadisce: «Speriamo che da qui possa partire un messaggio per tutta l’europa: che ci sono tante persone che soffrono in

Speriamo che da qui possa partire un messaggio per tutta l’europa: che ci sono tante persone che soffrono in Italia che vengono, e vanno messe, prima di tutto Luigi Di Maio

tutta Italia imprendito­ri, dipendenti disoccupat­i e che queste persone vengono prima di tutto». Di Maio si dice convinto: «Ce la stiamo mettendo tutta con la Lega e ci stanno attaccando da tutta Europa. Noi abbiamo finito il contratto di governo, speriamo di nei prossimi giorni di dar vita a questo governo».

E proprio sul contratto di governo si registrano passi avanti. Salvini e Di Maio hanno affrontato assieme i punti dirimenti: via l’obbligo di prediche solo in italiano, c’è l’impegno a ridiscuter­e integralme­nte la Tav e si conferma la volontà di togliere le sanzioni Ue alla Russia. Proprio quest’ultimo punto viene visto — da una fonte vicina al Cremlino — come un «buon segno» anche se l’italia sarà chiamata a uno «sforzo maggiore» in sede europea. La decisione di intervenir­e sulla Torino-lione, invece, accende la polemica: «Se si decide unilateral­mente di sospendere il progetto, di chiudere il cantiere, ciò comportere­bbe la conseguenz­a che il Paese che si ritira rimborsi all’europa e al suo partner francese le somme che hanno speso»: dice Stephane Guggino, delegato del comitato della Transalpin­e, che promuove la linea ad alta velocità Lione-torino. E un altro punto, quello che tocca Mps e che prevede di ripensare l’istituto «in un’ottica di servizio» unito alle parole del leghista Borghi su un «abbastanza probabile» cambio dei vertici causa un crollo del titolo in borsa. La partita del governo ora si sposta a Milano, dove oggi si potrebbero incontrare i due leader, e nelle piazze, dove nel weekend saranno allestiti dal Carroccio e dai Cinque Stelle i gazebo informativ­i. Il penultimo atto, prima di presentars­i al Colle, lunedì per riferire al presidente della Repubblica.

Intanto anche Berlusconi torna a parlare del governo. «Sul nostro ruolo» nell’eventuale governo Lega-m5s «non ci sono dubbi: ne resteremo fuori e non lo sosterremo, se non su singoli punti, se vi saranno, che riterremo utili per il bene degli italiani», dice il leader di FI in un’intervista al sito del settimanal­e valdostano Gazzetta Matin.

Non ci sono dubbi: resteremo fuori dal governo e non lo sosterremo, se non su singoli punti, se vi saranno, che riterremo utili per il bene degli italiani Silvio Berlusconi

Attendiamo di capire di cosa si stia parlando Non partecipia­mo a “scatole chiuse” La prima questione è conoscere il nome del presidente del Consiglio Giorgia Meloni

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