Esuberi alla Tim: il piano dei tagli
I sindacati: decisione unilaterale. Vivendi: possibile richiesta di nuova assemblea
Esuberi alla Tim, pronta la cassa integrazione per 29 mila dipendenti. I sindacati protestano: una decisione unilaterale.
Strategia
● Il ceo di Tim, Amos Genish, 58 anni, ha illustrato ieri i conti del primo trimestre agli analisti ● Il manager ha confermato che la dopo la societarizzazione della rete Tim manterrà il controllo. Genish ha detto che Sparkle non è strategica mentre lo è Tim Brasil
Parte in salita il nuovo corso di Tim. Ieri il gruppo telefonico ha annunciato la richiesta al ministero dello Sviluppo economico di cassa integrazione per quasi 30 mila dipendenti. Una decisione unilaterale arrivata dopo la rottura delle trattative con i sindacati. Ma non c’è solo il problema del personale a turbare gli equilibri di Tim. Il primo azionista, Vivendi, andato in minoranza all’ultima assemblea, ha diffuso da Parigi una nota in cui si dice «preoccupato» per la nuova governance del gruppo telefonico al punto che potrebbe «come prevede la legge, chiedere la convocazione di un’assemblea per proporre di riorganizzare il consiglio».
Subito dopo l’assemblea del 4 maggio, in cui il fondo Elliott ha conquistato la maggioranza del board di Tim erano circolate voci di possibili rivalse. Una nuova assemblea in cui i francesi avrebbero potuto chiedere di aumentare il numero dei consiglieri per riequilibrare i pesi con il fondo Usa. Non sembra più solo un’ipotesi, anche se qualche analista più pragmatico ha letto dietro questa dichiarazione una sorta di «paracadute» per
evitare a Vivendi la svalutazione della partecipazione in Tim, su cui sta perdendo oltre 1 miliardo. Ieri il pdg del gruppo transalpino, Arnaud de Puyfontaine ha comunque ribadito che il gruppo sarà «estremamente vigile» su Tim per accertarsi che il piano di Amos Genish venga «attuato nella sua interezza».
Piano che ieri il ceo di Tim ha confermato agli analisti annunciando che nel primo trimestre è stato «raggiunto il 27% degli obiettivi di trasformazione per il 2018». Genish ha affrontato anche il tema
esuberi. La cassa integrazione, che riguarderà a rotazione 29.736 dipendenti per 29 giorni nell’arco di 12 mesi, in termini economici equivale «a 2.800 esuberi» ha spiegato. I sindacati sono sul piede di guerra: la cassa integrazione «è l’esatto opposto di quello che sarebbe utile per superare le difficoltà» hanno commentato.
Con gli analisti Genish ha difeso la posizione di Vivendi confermando che Tim «non era obbligata a notificare al Governo italiano il controllo» da parte dei francesi. L’omessa notifica è costata a Tim una sanzione di 74 milioni contro la quale «farà ricorso» ma non chiederà conto a Vivendi. Genish ha confermato che il piano di societarizzazione della rete va avanti e che potrebbe anche essere quotata in Borsa ma mantenendone il controllo. Si tratta di un asset strategico, mentre per Genish non lo è Sparkle, «anche se ci rendiamo conto che con la multa del golden power la cosa potrebbe essere più complicata di quanto avessimo pensato».