Corriere della Sera

L’assassino in casa Grazie a Vanessa oggi niente eredità

- di Giusi Fasano

Èstato grazie alla tenacia di Vanessa. È da lì che tutto è partito. Vanessa Mele aveva sei anni quando suo padre, il 23 dicembre del 1998, uccise la moglie Anna Maria. Un colpo di pistola e per la madre di Vanessa fu la fine. È per onorare la sua memoria che questa ragazza, oggi criminolog­a di 25 anni, si è liberata del cognome del padre (Cardia) appena ha avuto 18 anni.

È per renderle giustizia che si è mobilitata ed è riuscita con la sua testimonia­nza a far modificare la legge che aveva consentito al padre di ottenere la pensione di reversibil­ità della madre. E, ancora una volta, è grazie a lei se oggi esiste un’altra legge (la numero 4 del 2018) che prevede un automatism­o per escludere l’uxoricida dall’eredità della vittima. Cioè: un uomo che uccide la madre dei suoi figli (o viceversa) non è degno di essere fra gli eredi di chi ha ucciso. E non lo è nemmeno un figlio che uccide uno o entrambi i genitori.

Si chiama «indegnità a succedere» e fino a pochi mesi fa per stabilirla era necessaria la decisione di un giudice e poi una lunga — spesso lunghissim­a — causa civile. Ora, invece, con le nuove norme l’esclusione scatta in automatico il giorno stesso in cui la sentenza di condanna diventa definitiva.

Vanessa è stata l’ispiratric­e della legge, presentata nel 2016 dal Centro democratic­o (primo firmatario Roberto Capelli).

Anna Maria Busia, la sua avvocatess­a, la chiamò per dirle che l’aveva scritta proprio riflettend­o sul suo caso e gliene spedì una copia. Lei — che da anni vive a Liverpool — rispose: «ho preso il biglietto». Che voleva dire: «Arrivo. Faccio assieme a te questa battaglia». E infatti è tornata in Italia il giorno in cui la legge fu presentata, ha speso di nuovo la sua immagine e la sua testimonia­nza nel nome e nel ricordo di sua madre e ne ha seguito l’iter alla Camera (dove è passata all’unanimità) e poi in Senato (tutti favorevoli escluso Carlo Giovanardi).

Oggi, quindi, le cosiddette «vittime collateral­i» degli omicidi in famiglia — e il più delle volte sono figli che restano orfani di madri — non devono affrontare nessun processo civile per scongiu- rare che l’omicida diventi erede dei beni di chi ha ucciso.

Le nuove norme (che hanno modificato sull’argomento il codice penale, quello di procedura penale e quello civile) prevedono poi il sequestro dei beni dell’accusato fin dall’inizio del procedimen­to: in sostanza vengono messi da parte come garanzia per pagare il danno in caso di condanna. E poiché i tempi per ottenere i risarcimen­ti con cause civili sono molto lunghi, la sentenza penale di primo grado può stabilire un risarcimen­to provvision­ale fino al 50% della cifra che presumibil­mente si potrebbe chiedere con la causa civile.

Altro capitolo introdotto con questa legge: la possibilit­à di sospendere il pagamento della pensione di reversibil­ità al coniuge assassino fin dall’inizio del processo. Finora si poteva escluderlo dal diritto di percepirla soltanto con la sentenza definitiva.

E ancora. I figli che restano orfani di un genitore ucciso dall’altro e hanno meno di 26 anni possono chiedere il gratuito patrocinio, cioè le spese legali pagate dallo Stato, com’è previsto dalla legge che tutela le vittime di stalking.

 ??  ?? Insieme Una foto di Valentina con la mamma, Rosanna Belvisi, della quale ha preso il cognome
Insieme Una foto di Valentina con la mamma, Rosanna Belvisi, della quale ha preso il cognome

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy