Il private equity Cvc guarda a Recordati Il titolo schizza: +6,8%
Due anni fa, dopo la morte del presidente, si erano fatti vivi i cinesi di Shanghai Fosun Pharmaceutical Group e Luye Pharma. Ora tocca a Cvc: il fondo inglese considerato tra le maggiori società di private equity al mondo, ha mosso i primi passi per rilevare Recordati, il gruppo farmaceutico che produce il Tora-dol che dopo la morte del patron Giovanni nel 2016, ha cominciato a sondare potenziali interessi sul mercato.
A fine 2017 si sono tenuti i contatti con Cvc e secondo Reuters la trattativa era anche a buon punto con una valutazione dell’azienda farmaceutica a 8 miliardi di euro. Poi lo stallo, legato da una parte al prezzo, dall’altra, secondo Reuters all’incertezza politica italiana per cui il fondo britannico avrebbe per ora bloccato tutto.
In Italia Cvc ha già compiuto in passato un’acquisizione nel settore farmaceutico rilevando nel 2016 per 650 milioni di euro Doc Generici, uno dei leader nella distribuzione dei farmaci generici in Italia, con un portafoglio di 180 molecole di prodotti prevalentemente al dettaglio, e una quota di mercato superiore al 15%. L’interesse per Recordati comunque c’è e tanto è bastato ieri a far schizzare il titolo in Borsa del 6,8% a 32,16 euro, al top da tre mesi a questa parte con la capitalizzazione arrivata a 6,7 miliardi.
Gli analisti di Intermonte confermano la visione positiva sul titolo, con raccomandazione «outperform», e target di prezzo a 44 euro considerando l’appeal speculativo. Secondo gli analisti di Mediobanca invece la valutazione del gruppo a 8 miliardi «implicherebbe un multiplo prezzo/ utile 2018 di circa 25 volte, decisamente superiore all’attuale multiplo di 20 volte, ma nel complesso in linea con il prezzo medio registrato da Recordati nell’ultimo anno». La famiglia Recordati controlla circa 51% della società e non si esclude che il fondo possa tornare al tavolo dei negoziati una volta che il rischio politico si stabilizzerà.
L’azienda, che ha oltre quattro mila dipendenti e attività nei principali paesi europei, in Russia, Stati Uniti e Sud America, ha chiuso il primo trimestre del 2018 con ricavi a 366 milioni di euro, in crescita del 7,2% e un utile netto a 86,6 milioni in aumento del 10,3%.