Il petrolio non si ferma, 80 dollari
Il Brent va ai massimi da novembre. Total avverte: può arrivare a quota 100
MILANO Ottanta, novanta e poi anche cento. Il prezzo del petrolio ha accelerato la sua corsa con il Brent (quello estratto nel Mare del Nord) che ieri ha superato la soglia degli 80 dollari al barile (oltre i 72, invece, il Wti, quello estratto negli Stati Uniti). Un trend che, secondo Morgan Stanley, può continuare fino ai 90 dollari e per Total addirittura fino a 100.
Alla base della corsa, che per ora ha portato i prezzi al punto più alto da novembre 2014 (sia il Brent che il Wti), ci sono i timori di un possibile calo delle esportazioni iraniane che ridurrebbe l’offerta su un mercato già sotto pressione. Come pure la crisi economica venezuelana. Ovviamente la prospettiva di un drastico calo delle esportazioni iraniane nei prossimi mesi è legata a doppio filo con le sanzioni che gli Stati Uniti potranno imporre a seguito della decisione del presidente americano Donald Trump di fare marcia indietro rispetto agli accordi sul nucleare di Teheran.
A sostenere i prezzi, quindi, è soprattutto il persistere di rischi geopolitici a cui si aggiunge l’inaspettato calo delle scorte negli Stati Uniti (scese di 1,4 milioni di barili nella settimana scorsa). Sulla base di questi movimenti Morgan Stanley ha aumentato le sue previsioni sul Brent ipotizzando che le quotazioni possano salire fino a 90 dollari al barile entro il 2020 a causa dell’aumento della domanda. A cui, al contrario, non sembra crecrescita all’aumento dei prezzi, ma il gas di scisto affronterà crescenti ostacoli».
Il più ottimista di tutti sulla possibile crescita del prezzo del petrolio è, comunque, Patrick Pouyanne, ceo di Total, secondo cui il prezzo del petrolio potrebbe raggiungere finanche i 100 dollari al barile nei prossimi mesi: «Non ne sarei sorpreso, siamo in un mondo nuovo dove le condizioni geopolitiche stanno di nuovo dominando il mercato». E in attesa di nuovi sprint dei prezzi del petrolio, ieri tutte le principali borse europee hanno beneficiato della corsa del greggio, da Londra a Francoforte, passando per Piazza Affari (+0,29%) che ha così bilanciato le tensioni politiche.