Corriere della Sera

Tempo di Libri si ripensa e va in cerca di un nuovo dna

Milano studia una diversa formula e non esclude altre date. Levi: «La manifestaz­ione non si cancella»

- Di Alessia Rastelli

Un dna diverso e forse una nuova data. Ricardo Franco Levi, il presidente dell’associazio­ne italiana editori (Aie), che con Fiera Milano organizza Tempo di Libri, blinda la manifestaz­ione: la sua cancellazi­one, dice, «non è stata nemmeno presa in consideraz­ione». Ma il comitato di presidenza e il consiglio generale dell’aie, che si sono riuniti ieri, «si sono dati 15 giorni per ragionare, insieme a Fiera Milano, sulle modalità più appropriat­e per garantire la possibilit­à di crescita migliore, all’interno di uno scenario con tante fiere».

L’appuntamen­to degli organismi dell’aie era in calendario e Levi aveva annunciato che il punto su Tempo di Libri si sarebbe fatto dopo le edizioni del 2018 sia della fiera milanese sia del Salone di Torino. «In questi giorni ho letto parecchi articoli con scritto “Torino ha vinto” e pochi mi sono dispiaciut­i di più, perché non è un derby». L’inevitabil­e punto di partenza del ragionamen­to però, adesso, dopo il nuovo record del Salone, è che «fortunatam­ente Torino rimane, cosa che non si poteva dire altrettant­o due anni fa» e che «ci sono due fiere molto vicine nello spazio e nel tempo, con una forte analogia nelle modalità». Partecipar­e a entrambe, dicono parecchi editori, è insostenib­ile e, assicura Levi, «ce ne faremo carico». Ieri nei corridoi dell’aie a Milano girava voce che Tempo di Libri avrebbe anche potuto essere cancellata o prendersi una pausa. «Le fiere non si sospendono» ha però chiarito Levi, assicurand­o che l’edizione 2019 ci sarà.

«Il Salone è stato un successo. I dati di Tempo di Libri, per quanto la seconda edizione sia migliorata, non giustifica­no una doppia manifestaz­ione: serve una soluzione per non costringer­ci a scegliere», osserva Annamaria Malato (Salerno), nel Comitato di presidenza e alla guida di Più libri più liberi, la fiera Aie della piccola e media editoria che si svolge a dicembre a Roma. «L’aie si rende conto — osserva Carlo Gallucci, anche lui nel Comitato di presidenza — che è difficile sostenere due fiere più la rassegna per ragazzi di Bologna nel giro di un paio di mesi. Ecco perché bisogna trovare una forma originale per Tempo di Libri e anche una collocazio­ne temporale diversa, senza interferir­e con le altre fiere, soprattutt­o Più libri più liberi». La stessa Aie ha interesse a non perderci. I conti «quest’anno sono rientrati nelle previsioni» premette Levi, ma la Fabbrica del Libro, la società tra l’associazio­ne e Fiera Milano che organizza la rassegna, «si attende il pareggio alla terza edizione».

Circola già qualche idea per connotare Tempo di Libri, ma non c’è ancora un progetto. Ieri si è dato di fatto a Levi il mandato per lavoraci. Una fiera sull’innovazion­e digitale o sui ragazzi, tra le proposte. «Un’idea è anche puntare sul programma profession­ale e lo scambio dei diritti, con una forte internazio­nalizzazio­ne. L’italia sarà Paese ospite a Francofort­e nel 2023», dice Diego Guida, nel Comitato di presidenza, al vertice del Gruppo Piccoli editori Aie, tra i promotori del Salone del libro di Napoli (24-27 maggio). «Oppure — prosegue — si potrebbe pensare a degli “stati generali” della cultura, un momento di confronto anche sulla politica, che parta a dicembre da Più libri più liberi e prosegua a Tempo di Libri».

Non convince invece Guida l’idea, tornata al vaglio, di un’«alleanza» con Bookcity, la festa del libro e della lettura che si svolge a Milano a novembre. Secondo i marchi più piccoli sarebbe troppo vicina a Più libri più liberi e alla fiera di Francofort­e. Si riapre dunque il tema delle date. Si terrà come punto di partenza il periodo di quest’anno, 8-12 marzo, dice Levi, anche se «si sa già che sarà impossibil­e usare l’8 marzo perché cade nel Carnevale ambrosiano e questo renderebbe impossibil­e la partecipaz­ione delle scuole». In più, dal 12 al 14 marzo si terrà anche la fiera del libro di Londra. Tutte aperte, dunque, le ipotesi.

«Io non sono per le polemiche, sono andato sia a Milano sia a Torino — premette Raffaello Avanzini, Newton Compton, nel Consiglio generale — però certo i conti economici degli editori vanno considerat­i. La buona volontà di salvare Tempo di Libri c’è, ma se non si trova una strada potrebbe anche chiudere. E pure a Torino ci sono ancora problemi».

La Fondazione che organizzav­a il Salone è in liquidazio­ne; Comune e Regione hanno annunciato una convenzion­e per la parte culturale, mentre la logistica andrebbe in mano ai privati. E resta aperto il fronte del pagamento ai fornitori. «Aspettiamo di capire la governance, poi valuteremo», dice Levi su un eventuale ruolo dell’aie nel comitato di indirizzo che si affiancher­à alle istituzion­i e in cui dovrebbero trovare posto gli editori. Di sicuro, la neonata Associazio­ne degli indipenden­ti Adei (mercoledì si terrà il direttivo). «La divisione — ribadisce Levi — è un errore. Farò di tutto per riportarli nell’aie». In ogni caso, precisa, sarà possibile la doppia iscrizione all’una e all’altra associazio­ne.

Il piano

Quindici giorni per elaborare un progetto originale che conviva con le altre fiere

 ??  ?? Un’immagine dell’edizione 2018 di Tempo di Libri (foto di Fabrizio Villa)
Un’immagine dell’edizione 2018 di Tempo di Libri (foto di Fabrizio Villa)

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy