Corriere della Sera

Gigi libero di scegliere solo per sé

- Di Mario Sconcerti

La parte più interessan­te delle decisioni di Buffon è che stanno arrivando in modo virile, con difficoltà manifesta ma senza lacrime. C’è dentro la dignità dell’uomo, non del vecchio che resiste a se stesso. Sa di non potersela prendere troppo con nessuno, ma non gli piace come sta andando. Così decide lui, si tiene l’ultima parola. E lascia la Juve quando è ancora un grande portiere, senza vuoti, senza sopportazi­oni altrui. Sa che questo è il massimo, non si esce mai soddisfatt­i da una battaglia che è impossibil­e vincere. E la Juve è un pessimo avversario. È strano semmai come basti l’annuncio della malattia a farsi considerar­e morti, un minuto dopo si è subito scomodi, passati. Lo spazio non è già più tuo. Da eroi a egoisti il passo è brevissimo. Credo pensi a questo Buffon quando rifiuta l’ultima gara in Nazionale. È già stato condannato per una partita in più, non c’è bisogno di altri errori. Capirà però presto che gli addii sono un angolo buio ma solo un angolo. Una volta dati, si torna in possesso di tutta la propria storia. Nessuno si ricorda che gli ultimi combattime­nti di Ali furono sconfitte, è già intervenut­a la memoria a cancellare quello che non si vuole ascoltare. Lo strappo Buffon lo ha dunque fatto, non è più una «cosa», ne diventa un’altra che la comprende e si allargherà col nuovo. Tra un mese sarà ancora una volta soddisfatt­o e curioso di sé, rimpianger­à forse anche la dignità che oggi lo tiene lontano dalla Nazionale. In sostanza, è un semplice momento triste che non conta niente. Buffon ha vissuto molto e molto avrà ancora di vivere. Si è guadagnato il diritto di scegliere come vuole senza rendere conto a nessuno. Certo, il suo finale era una telefonata che gli chiedesse di rimanere ancora perché il bisogno di lui non era finito. Ne sono però arrivate altre. La vita adesso è sua come non lo è stata mai. Prima era il giocatore di una squadra, il capitano di qualcosa. Ora è per la prima volta soltanto se stesso, deve piacersi allo specchio, gioca fuori dalle pagelle, senza il voto degli altri. È un bel gioco, vecchio amico, provalo fino in fondo. E dura tutta la vita.

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