Immobile e Icardi i due gemelli diversi
Domenica i due bomber si giocano la Champions
Ciro Immobile, per arrivare lassù, è partito da lontano: Torre Annunziata. Mauro Icardi da molto più lontano: i sobborghi di Rosario. Origini umili, l’italiano; poverissime, l’argentino. La loro è una storia simile, in fondo, perché tutt’e due hanno lottato, hanno lasciato casa e famiglia per diventare campioni, hanno raggiunto un grande club (Juventus e Barcellona) però sono stati respinti e hanno dovuto ricominciare. Non da zero, ma comunque da realtà ai confini del grande calcio: la serie B, soprattutto il Pescara, Immobile; la Sampdoria, Icardi.
La notte di domenica si sfideranno e resterà comunque una tappa fondamentale nella loro carriera: uno dei due festeggerà la qualificazione in Champions della propria squadra, Lazio o Inter, con tutto ciò che ne consegue; uno dei due diventerà capocannoniere (e non è detto che sia lo stesso). Di sicuro quest’anno sono stati gli attaccanti migliori del nostro calcio, e se tutti si aspettavano che Maurito segnasse a valanga, come sempre, pochi pronosticavano che Ciro si ripetesse ai livelli dello scorso anno (invece ha fatto perfino meglio).
Immobile e Icardi hanno avuto un percorso simile in campionato, quasi da gemelli: Ciro ha giocato 32 partite e segnato 29 gol (media 0,9 reti a incontro); Maurito di gare ne ha disputate una in più ed è andato a bersaglio una volta in meno (media 0,84). Si sono fermati poco, entrambi per problemi muscolari, e le loro squadre ne hanno risentito: la Lazio senza il suo centravanti ha vinto una partita su cinque, l’inter due su quattro. La differenza è che Ciro il secondo infortunio alla coscia lo ha avuto proprio adesso, nel momento dello sprint, di conseguenza arriva al confronto con l’inter in condizioni precarie: la sensazione è che alla fine giochi, ieri ha partecipato a venti minuti di partitella e poi l’ha abbandonata per un pestone (niente di grave, pare), ma certo non è al massimo.
Immobile e Icardi gemelli, dunque. Diversi, però. Perché le caratteristiche tecniche sono quasi opposte: il laziale svaria anche sull’esterno, crea spazi per i compagni, si muove ai confini dell’area; l’interista difficilmente abbandona il suo spazio vitale, guarda quasi soltanto alla porta e nemmeno Spalletti è riuscito a cambiarlo anche se un po’ lo ha trasformato (in certe partite si è avuta la sensazione che fosse cresciuta la sua disponibilità a giocare con la squadra). Non è un caso, insomma, se Immobile ha confezionato anche dieci assist mentre Icardi appena uno: la natura li ha fatti così. Di conseguenza anche il peso dei loro gol su quelli della squadra è differente: Ciro ha segnato esattamente un terzo delle reti laziali; Mauro il 44 per cento di quelle interiste, quasi la metà.
Lazio-inter non deciderà il futuro di Immobile, ma potrebbe incidere su quello di Icardi che rischia di arrivare a 26 anni senza mai avere conosciuto la Champions: chissà se una nuova esclusione dalla competizione più importante d’europa gli farà cambiare idea sul suo domani nerazzurro. Certo sembrerà strano anche a lui dover cercare il gol contro un difensore che è già un suo compagno: De Vrij. Ma Mauro non lo guarderà nemmeno in faccia, c’è da giurarci. Osserverà semmai, da lontano, Immobile, augurandosi di portargli via la Champions e il titolo di capocannoniere. Sempre con stima, comunque. Non a caso qualche tempo fa diceva: «So che tanti spendono un sacco di soldi per prendere me al fantacalcio, ma io comprerei Ciro: è fortissimo». Un gemello, quasi.
Doppia sfida
In palio il titolo di capocannoniere e molti milioni per i rispettivi club: Lazio e Inter