Corriere della Sera

Il Giro d’italia scala la montagna sacra

- Interventi di Fabio Genovesi e Francesco Guidolin

Èil mio primo anno all’udinese, agosto 1998. Siamo in campo per il Trofeo Moretti al Friuli, contro Inter e Juventus. Facciamo subito gol contro l’inter. Ma non riesco ad alzarmi dalla panchina per esultare. Non in modo fluido e naturale, almeno. Colpa dello Zoncolan, che avevo scoperto in bicicletta quella mattina. E che mi aveva lasciato il suo ricordo nei quadricipi­ti. Quando dico scoperto, intendo in senso letterale, almeno per il grande ciclismo. Perché non avevo mai visto una salita così terribile e ho cominciato a spargere la voce nel mondo della bicicletta. La salita dello Zoncolan ha debuttato al Giro 5 anni dopo ma dal versante di Sutrio, il meno duro. Solo dal 2007 si è saliti da Ovaro, come quest’anno. E come nel 1998: con l’udinese eravamo in ritiro ad Arta Terme e ogni giorno in pausa pranzo giravo la Carnia in bicicletta assieme a un ragazzo di nome Daniele, che mi ha fatto apprezzare tutti i segreti di una terra magnifica. Mi parlava sempre di questa salita durissima, finché l’ultimo giorno di ritiro, che coincideva con il triangolar­e contro Inter e Juve (che abbiamo vinto) ci siamo presentati al cospetto dello Zoncolan. La strada era in disuso, le mitiche gallerie erano piene di fango. Sembrava un viottolo di montagna. I primi due chilometri mi sembravano duri, ma nella norma. Sono i sei chilometri successivi a renderla la salita più dura del ciclismo: sono costanti e non scendono mai sotto il 15% di pendenza, arrivando a 18-20%. Gli ultimi due chilometri invece sono meno terribili. Con la forza della disperazio­ne sono arrivato in cima, senza avere un rapporto adeguato. Sono anche sceso di bici, confesso. E non ricordo come sono ripartito, viste le pendenze. Ma da quel giorno non ho smesso di parlarne, finché Enzo Cainero ha reso possibile lo Zoncolan come lo conosciamo oggi: la tappa spartiacqu­e, quella in cui se Dumoulin si difende bene avrà possibilit­à altissime di vincere il Giro. Io sarò tra i 100mila presenti nel tempio di Wembley, per commentare su Fox Manchester United-chelsea. Ma con il cuore sarò coi 100mila dello Zoncolan. Che è giovane ma è già diventato il Wembley del ciclismo mondiale.

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